Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Clermont Ferrand, Mestre Il fronte per salvare il tram
(d.d’a.) Fronte comune per garantire lunga vita al tram. E soprattutto per non rinunciare alla realizzazione della seconda linea Stazione-voltabarozzo, finanziata dallo Stato con 56 milioni di euro. Quella di ieri, per il vicesindaco con delega alla Mobilità, Arturo Lorenzoni, è stata una lunga giornata d’incontri. Prima, in mattinata, il professore di Coalizione Civica ha avuto una riunione con gli amministratori della città francese di Clermont Ferrand, dove da novembre 2006 è attivo lo stesso tipo di mezzo su rotaia che all’ombra del Santo, lungo la tratta Pontevigodarzereguizza, è in funzione da marzo 2007. Poi, nel pomeriggio, il portabandiera del movimento arancione si è visto con i colleghi di Mestre-venezia (l’assessore comunale allo Sviluppo Economico, Simone Venturini, e il presidente di Avm, Paolo Pettinelli), dove il tram gemello di quello di Padova è in servizio da dicembre 2010. Il problema, di fronte al quale è appunto necessario giocare di squadra, è quello che le vetture costruite dalla francese Translohr (oggi inglobata dal colosso Alstom) potrebbero essere messe fuori produzione alla fine di quest’anno. «Al momento, in tutto il mondo, ci sono altre sette città, tra cui Parigi e le cinesi Shangai e Tianjin, che adoperano il nostro stesso modello di veicolo. E le vetture in circolazione – ha spiegato Lorenzoni – sono quasi 150, comprese le nostre 18. Ciò significa che bisogna fare sistema per non farci trovare impreparati». Nel conteggio del vicesindaco, non figurano però i 6 convogli di Latina e nemmeno i 7 de L’aquila, fermi ai box dopo che la città laziale e quella abruzzese, per ragioni economiche da una parte e per il terremoto del 2009 dall’altra, hanno abbandonato il progetto tram: in totale, 13 mezzi che potrebbero presto tornare utili a Padova.