Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Skipper rapito, i poliziotti (e il web) lo ritrovano

LA STORIA MOBILITAZI­ONE SOCIAL Venezia, sottratto alla dogsitter. Le segnalazio­ni portano la polizia su un treno per la Svizzera

- Busetto

Skipper, un setter inglese rapito da un senzatetto a Venezia, è stato ritrovato dalla polizia grazie alla mobilitazi­one seguita alla diffusione della sua foto sui social network. Era su un treno per la Svizzera.

Chissà cosa ha pensato Skipper quando lunedì mattina non è stata la sua dogsitter a snodargli il guinzaglio. L’aspettava d’abitudine di ritorno dal minimarket, con le sporte della spesa appese ai gomiti, mentre era legato a doppio nodo al ponte della scuola materna Diego Valeri, non lontano da piazzale Roma, a Venezia.

È bastata una capatina della donna al negozio d’alimentari. Solo cinque minuti. Un senzatetto che passava di lì l’ha battuta sul tempo. Ha visto Skipper, gli è piaciuto, l’ha slegato, se l’è preso. Un bel setter inglese bianco arancio da rivendere e farci su qualche soldino. Il purosangue di cinque anni si è lasciato guidare affranto. La fanno sempre franca i rapitori di cani, si sarà detto. Ma non aveva messo in conto l’amore della sua padrona.

Sono le 12 e un minuto. A far fede lo scontrino del supermerca­to appena battuto alla dogsitter. Alla sua uscita, del cane, neanche l’ombra. Lo cerca, lo cerca e lo cerca ancora. Niente. Ci sono volute due ore per trovare il coraggio di dirlo alla sua padrona, Chiara Fenzo, un’avvocatess­a veneziana che in quel momento era in udienza a Udine: «Il mio Skipper è convinto che a tutti gli umani piacciano i cani. Non ha alcun senso del pericolo» impazzisce subito. Poi un respiro, allerta i vigili in città, interroga i venditori dei chioschi vicini, appiccica le foto del suo cane in giro per Cannaregio. Il giorno dopo va alle forze dell’ordine per denunciare. E qui il secondo ostacolo. «Vogliono convincerm­i che la mia sia omessa custodia di animale. Ma non è così. Io sono avvocato e lo so. Se non procedono con la denuncia sarebbe un’omissione di atti d’ufficio». Denuncia fatta. Anche se tutti, lì, le dicono che ritrovarlo è impossibil­e.

«Io Skipper lo riprendo a tutti i costi». Così Chiara fa rete con colleghi penalisti, maestre, genitori di scuola dei suoi due figli, tassisti, gondolieri e tutti i suoi contatti Whatsapp. E perché no, anche un aiuto social. Ma quelle diecimila condivisio­ni del suo Skipper rapito no, questo non se l’aspetta ancora. «Una partecipaz­ione dell’italia intera che mi ha commosso».

Ed è con la campagna social che Chiara comincia a giocare duro. Rende pubblico il suo numero e le foto di Skipper. Verifica in tempo reale le segnalazio­ni. Perché intanto Skipper in sole 36 ore si cucca chilometri di strada a zampe e in treno con furfante al seguito. Mentre sale l’ennesimo vagone alla stazione di Como, direzione Lugano, incrocia il muso con il volto di un ragazzo che attende la fidanzata al binario. È bastato quell’attimo al giovane per riconoscer­e il cane degli appelli Facebook. Ha avvisato Chiara (che a sua volta ha allertato la sicurezza delle ferrovie) ed è montato in auto all’inseguimen­to del treno. Qui Skipper, con il suo nuovo padrone senza biglietto, è intercetta­to dal capotreno e fatto scendere a Chiasso.

Ad attenderlo in stazione non solo la polizia di frontiera, ma anche una squadra di volontari e investigat­ori improvvisa­ti che si sono appassiona­ti alla sua storia. Rapitore fermato. E Skipper preso per un ciuffo: «Proseguend­o per la Svizzera lo perdevo per sempre» è sicura Chiara, che ha raggiunto ieri Chiasso. Skipper è impazzito di gioia saltandole addosso.

Il figlio più piccolo dell’avvocatess­a ha pianto di nascosto per 36 ore «dicendo tutte le preghiere che sapeva ai tre santi che conosceva». L’altro, dodicenne, adesso vuole scriverci un libro. «Non è stato maltrattat­o» lo esamina Chiara con i volontari. E quando lungo la strada del ritorno per Venezia ci racconta al telefono il lieto fine, con il suo Skipper in braccio, la polizia di Milano la ferma. Ha riconosciu­to il cane. Ma non sa ancora che è stato recuperato. «No, calma, sono io la padrona». E ripete l’epopea del suo setter per l’ennesima volta.

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Con la sua padrona L’avvocato veneziano Chiara Fenzo con Skipper, il suo setter inglese

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