Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Banche, già 850 ricorsi accolti
Il report dell’arbitro Consob: 1.200 quelli esaminati, risarcimenti per 35 milioni di euro
Scade oggi il termine entro il quale le pronunce fa- vorevoli, rese dall’arbitro per le controversie finanziarie della Consob, consentono ai risparmiatori azzerati dal crollo delle ex Popolari di accedere al fondo di ristoro nella misura del 30% del danno patito. I numeri si fanno interessanti: alla data odierna sono più di 1.200 i ricorsi trattati e 850 quelli accolti, per un controvalore che supera i 35 milioni di euro. Sono 100 i risparmiatori già rimborsati.
I primi quaranta martiri delle azioni azzerate hanno avuto giustizia - nel senso più concreto del termine: i soldi del rimborso sono arrivati in conto corrente - giusto quindici giorni fa: lo Stato, attraverso la Consob, ha liquidato la prima tranche in assoluto di risarcimenti a favore dei soci delle ex Popolari venete (e delle altre banche defunte alla fine del 2015), secondo il criterio del 30% del danno individuato dalla legge: 675 mila euro in totale, una spruzzata d’acqua nel deserto lasciato dal crollo di Bpvi e Veneto Banca, ma pur sempre un segnale di speranza per il futuro.
Ora l’arbitro per le controversie finanziarie della Consob (Acf), va a completare la prima parte dell’opera: scade oggi, infatti, il termine entro il quale le pronunce favorevoli rese dall’acf consentono ai risparmiatori coinvolti di accedere al fondo di ristoro. Come scrive il presidente dell’autorità, Gianpaolo Barbuzzi, nell’intervento che pubblichiamo qui accanto, i numeri cominciano a farsi interessanti: alla data odierna sono più di 1.200 i ricorsi trattati e 850 quelli accolti, per un controvalore che supera i 35 milioni di euro. Nel frattempo, da 40 sono diventati 100 i risparmiatori che hanno già ricevuto l’accredito delle somme riconosciute, per quasi 2 milioni di rimborsi complessivi. Seguiranno a stretto giro gli altri 750. Si calcola con buona approssimazione che almeno tre quarti dei risarciti siano ex azionisti delle Popolari venete.
Alla riprova dei fatti, si può affermare che hanno imboccato la via giusta quei risparmiatori azzerati che si erano rivolti all’arbitro Consob: la decisione sui ricorsi è arrivata in tempi rapidi e ora quella stessa decisione, se favorevole
Il presidente dell’autorità tira le somme alla scadenza del 30 novembre
agli azionisti, costituisce titolo per accedere al fondo di ristoro. I soldi a cui lo Stato attinge per i risarcimenti sono i 25 milioni stanziati a suo tempo dal governo Gentiloni, secondo lo schema poi superato del fu «fondo Baretta».
Ora la partita, ben più consistente sotto il profilo finanziario, si sposta sul fondo di ristoro da 1,5 miliardi promesso ai risparmiatori truffati dal governo Conte e perciò inserito all’articolo 38 della legge di bilancio in discussione. Il testo della bozza ha conosciuto finora diversi aggiustamenti nel suo percorso parlamentare, a cominciare dall’emendamento di marca leghista, presentato in commissione Bilancio alla Camera, che di fatto ha allargato la platea dei soggetti risarcibili anche alle società (oltre alle persone fisiche e agli imprenditori individuali). Rimane confermato il fatto che l’accettazione del rimborso del 30% non pregiudicherà il diritto, per ciascun ex azionista, di agire in giudizio allo scopo di ottenere il risarcimento anche della parte eccedente. Nessuna rinuncia tombale a fare causa, insomma, come prevedeva una prima bozza del testo.
Sotto questo aspetto, la volontà dei diretti interessati appare chiarissima. Stefania De Fazio, ex azionista di Veneto Banca, una delle 40 persone risarcite per prime grazie al pronunciamento dell’arbitro Consob, lo ha dichiarato in modo esplicito al Corriere del Veneto: «È una bella soddisfazione, quasi non ci credevamo - ha detto, dopo avere verificato l’ingresso nel conto corrente dei 1.764 euro di rimborso -, anche se non ci fermiamo qui. Saremo contenti solo a saldo avvenuto».