Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Taglio ai vitalizi, bocciato dall’aula il primo tentativo
Il primo tentativo, ieri, è andato a vuoto. Il M5S ha provato ad impegnare la maggioranza a Palazzo Ferro Fini sul ricalcolo col metodo contributivo dei vitalizi degli ex consiglieri regionali, presentando un emendamento al Defr, ma senza fortuna. Beninteso, l’emendamento in questione non avrebbe avuto alcun effetto pratico, ma solo politico (il Defr è un documento di programmazione) e i Cinque Stelle hanno già pronto sullo stesso tema sia un emendamento al Collegato che un progetto di legge a sé stante, ma l’occasione è stata comunque utile per capire che aria tiri sul tema. E per il M5S non è affatto buona. Il presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti ha spiegato che «è in corso un’interlocuzione con il governo sul tema» e che «le delibere approvate da Camera e Senato sui vitalizi degli ex parlamentari sono tutt’altro che inattaccabili». Il dem Stefano Fracasso ha detto di preferire la via del contributo di solidarietà, «che ha già passato indenne il vaglio dei giudici», mentre il centrista Marino Zorzato invita i consiglieri a tagliarsi lo stipendio, «magari a 2.500 euro», prima di intervenire sui vitalizi: «Solo così saremo davvero credibili». Contrario anche Maurizio Conte di Fi, che polemicamente ha chiesto di aggiungere pure un altra novità: «Parametriamo i nostri stipendi a quelli che percepivamo prima di entrare in aula... Qualcuno dichiarava zero? Gli daremo il reddito di cittadinanza». (ma.bo.)