Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il fondo per le Piscine passa per un voto
Via libera al milione per il contenzioso con Unipol. Decisivo il sostegno del consigliere di opposizione Rossini
Il sì di Antonio Rossini (Fare!), formalmente all’opposizione, si unisce a quello della maggioranza e consente in consiglio comunale il via libera per un solo voto al conferimento di 1.136.421 euro di avanzo libero del 2017 al fondo rischi e contenziosi. Le minoranze, uscite dall’aula, non hanno partecipato al voto che porta il fondo rischi complessivamente a circa 6,6 milioni, stanziati per fare fronte alla surroga da parte del Comune dei debiti lasciati dal fallimento di Veneto Nuoto, esecutore del progetto di finanza per la costruzione dell’impianto e assegnatario della gestione per 25 anni. Un subentro previsto dalla convenzione tra Palazzo Nodari e Veneto Nuoto, siglata nel giugno 2006, negli ultimi giorni da sindaco di Paolo Avezzù (oggi presidente del consiglio comunale) e su cui Unipol Banca, istituto di credito che aveva accordato il mutuo per il project financing, fa leva per chiedere 6,4 milioni al Comune per rientrare delle rate non pagate.
Ieri l’aula (con il sì della maggioranza sempre con Rossini, l’astensione della minoranza e il no di Daniela Goldoni, indipendente di centodestra) ha dato l’ok all’affidamento della consulenza all’avvocato Mauro Pizzigati, docente di Diritto fallimentare all’università di Venezia, che ha fatto opposizione al decreto ingiuntivo dell’istituto di credito. La prima udienza è stata fissata per il 21 marzo a Bologna. In parallelo, in sede giudiziaria, pende pure l’appello sul Lodo Baldetti, che ha comportato altri 1,4 milioni di debito per Palazzo Nodari, definiti in conciliazione per la ritardata consegna ai privati dei terreni delle vecchie piscine di Porta Adige. Rispetto alla costruzione dell’ipotesi di concordato, ancora lontana dall’essere messa nero su bianco, dai banchi di minoranza è partito un serrato fuoco di fila. «Quanto è l’ammontare totale dei debiti? – incalza Silvia Menon, capogruppo dell’omonima civica – E quanto avremmo pagato se l’amministrazione non avesse rinviato le scelte?». Ivaldo Vernelli contesta anche aspetti tecnici. «Non si tiene conto della somma combinata tra il decreto ingiuntivo e il lodo Baldetti – sottolinea l’ex esponente M5S, oggi indipendente – ritirate la delibera e chiedete il commissariamento dell’ente. Poteva essere revocata questa convenzione che è un cappio».