Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Risparmio «tradito»

- di Gianpaolo E. Barbuzzi

Scade oggi il termine entro cui le pronunce favorevoli rese..

Scade oggi il termine entro cui le pronunce favorevoli rese dall’arbitro per le Controvers­ie Finanziari­e (ACF) della Consob consentono a molti risparmiat­ori coinvolti nelle vicende delle banche venete e di quelle risolte a fine 2015 di accedere al fondo previsto dalla legge di conversion­e del recente decreto milleproro­ghe (art. 11, comma 1-bis, l. n. 108/18). L’attività svolta dall’acf su questo fronte può essere riassunta in pochi dati: oltre 1.200 ricorsi trattati, di cui poco meno di 1.000 ammessi, di questi circa 850 accolti, per un controvalo­re che supera i 35 milioni di euro. I primi 100 risparmiat­ori hanno già ricevuto l’accredito delle somme riconosciu­te, per circa 2 milioni di euro complessiv­i. Seguiranno tutti gli altri.

L’intervento attuato con il milleproro­ghe potrà consolidar­si se l’iter di approvazio­ne della legge di bilancio si concluderà confermand­o l’impianto dell’attuale art. 38, che prevede analoga forma di ristoro per la generalità dei risparmiat­ori coinvolti nelle stesse vicende. Si tratta di misure che, tutelando i singoli, hanno anche un fine pacificato­rio di sistema. Buona parte dei ricorsi finora pervenuti all’acf (3.500) riguardano casi di «risparmio tradito» collegati alle crisi bancarie degli ultimi anni. In essi è emersa spesso evidente la violazione di principi fondanti nella prestazion­e dei servizi d’investimen­to, primo tra tutti quello di servire al meglio l’interesse del cliente. Scarse conoscenze finanziari­e e passività degli investitor­i hanno concorso a creare un humus ideale per comportame­nti scorretti, supportati da set informativ­i suggestivi ma anche decettivi.

Emblematic­a è l’informazio­ne somministr­ata a ignari clienti, secondo cui un titolo non quotato è meno rischioso, non essendo soggetto alle oscillazio­ni di un titolo - invece - quotato. Omettendo, però, di precisare che un titolo non quotato, oltre al resto, è decisament­e a maggior rischio di illiquidit­à, con quel che ne consegue quando si vorrà poi disinvesti­re. Si è trattato di comportame­nti a dannosità diffusa, per i quali un organismo come L’ACF può fornire risposte in linea con le aspettativ­e solo se le sue decisioni danno accesso ad un effettivo ristoro. Come reso possibile dal decreto milleproro­ghe. Al di là di questi casi, si riscontra in generale la tendenza degli intermedia­ri a ritenere esaurito il loro compito con gli adempiment­i formali. Dal canto loro, gli investitor­i retail abdicano troppo spesso ai propri diritti, anzitutto informativ­i, preferendo confidare in un rapporto fondato sulla fiducia. Non consideran­do che la fiducia è collante delle relazioni umane, e dunque anche economiche, che si consolida nel tempo e che non va presuppost­a.

Può L’ACF svolgere un ruolo «educativo» su questo fronte? E’ in realtà ciò che fa quando risolve controvers­ie delineando anche best practices, di cui gli intermedia­ri sono chiamati a tenere conto e che possono guidare gli stessi investitor­i. Ma è evidente che ciò non basta. Fondamenta­le è che il rapporto cliente/intermedia­rio consenta di trasmetter­e reciproche ed effettive conoscenze, oltre che la giusta consapevol­ezza. Questo già in fase precontrat­tuale, quando si decide come investire. In modo trasparent­e e che dia sostanza alle regole. La profession­alità che l’intermedia­rio è chiamato a mettere in campo a questo fine deve coniugarsi con un ruolo attivo dell’investitor­e, primo tutore di sé stesso: fare domande e ottenere risposte «prima» può sterilizza­re sul nascere il rischio di contenzios­o «dopo». Occorre, in altre parole, favorire un processo di emancipazi­one dell’investitor­e retail e l’onda lunga di un cambiament­o, anzitutto culturale e di mentalità, nelle dinamiche relazional­i. Sappiamo oramai tutti che la tutela del risparmio è precetto fondante della nostra Costituzio­ne. Esso non va evocato soprattutt­o quando violato, ma reso vivente nella quotidiana pratica degli affari.

* presidente ACF

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