Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il pianeta rosa, viaggio al centro delle altre bolle

Siamo al terzo posto nel mondo per la produzione, i vignaioli ci scommetton­o, con o senza bollicine Informali o superbi, ecco la top ten per tutte le tasche

- Di Luciano Ferraro

Avolte è informale, altre superbo. Può concedersi facilmente, oppure diventare un sogno accessibil­e a pochi. Ha un unico comune denominato­re: il colore, con mille sfumature, da quello che evoca il corallo a quello che ricorda il tramonto sulle Dolomiti. È il vino rosato, molto prodotto e non molto consumato in Italia. Siamo al terzo posto nella classifica mondiali dei rosati, dopo Francia e Spagna. Mentre i francesi stampano tre bottiglie di liquido rosato ogni dieci acquistate, la media italiana non supera il 5 per cento. Ma negli ultimi anni, grazie anche alla dedizione dei vignaioli che hanno incrementa­to la qualità, i rosati si stanno facendo largo Decine di degustazio­ni, eventi, feste e dibattiti vengono organizzat­i per promuovere i rosé italiani. Con o senza bollicine, le feste di Natale sono l’occasione per scoprire questo pianeta rosato e molto «gastronomi­co» un matrimonio perfetto con antipasti leggeri, primi piatti, piatti a base di pesce e carni bianche. Ecco una selezione da gustare, per ogni tasca.

1 Ca’ del Bosco

Franciacor­ta Extra Brut Cuvée Annamaria Clementi Riserva 2008. 95e

Il fuoriclass­e della Docg lombarda, il più amato da Maurizio Zanella, fondatore della cantina che unisce opere d’arte e robot (per lavorare e asciugare l’uva come in una vasca idromassag­gio). L’ha dedicato alla madre. Lunghissim­o affinament­o sui lieviti, 108 mesi. E una freschezza che non viene meno, Una venun tata di erbe aromatiche ed ananas, un gusto pieno e appagante.

2

Costaripa

Mattia Vezzola Brut Rosé Grande Annata 2013. 30e.

Mattia Vezzola è stato un esperto di macchine per cantine, un tecnico capace di modernizza­re il lavoro. Da molti anni è uno degli enologi più dinamici e precisi del Nord. Lavora per Bellavista ma ha un suo atelier del vino, Costaripa, nella Valtenesi, la patria dei rosati soffici, avvolta dalla brezza del Garda. Il vino risplende di riflessi ramati, con profumo di frutti rossi di bosco, una spruzzata di spezie. Ideale con le carni bianche, lascia in bocca un gusto impercetti­bile di mandorla.

3 Monte Rossa

Franciacor­ta Brut Rosé Cabochon Riserva 2008. 95e.

Emanuele Rebotti, una carriera legale lasciata nel cassetto, è stato il vignaiolo che riuscì a intrufolar­si a una festa con Frank Sinatra a Los Angeles per fargli assaggiare il suo. Era il Cabochon, da allora una delle bollicine più acclamate d’italia. La versione rosé, con il suo colore tenue e un rim- pallo di profumi tra frutti rossi e agrumi, è una morbida carezza al palato. La cantina, entrata nell’orbita di Oscar Farinetti (patron di Eataly) si conferma con vini così un caposaldo della Franciacor­ta

4

Foradori.

Teroldego Lezer 2017. 16 e

La signora delle anfore del Trentino, Elisabetta Foradori, ha creato un nuovo vino. Convinta seguace della biodinamic­a, la vignaiola ha creato un nuovo rosato tutto da scoprire. Come le uve del Teroldego, il vitigno valorizzat­o negli ultimi due decenni. Il Lezer ha un colore luminoso, e profumi fruttati (spicca la ciliegia). Una altalena tra freschezza e sapidità che si sposa con piatti di carne con il sugo e con i formaggi. Niente anfore, stavolta, ma vasche di cemento e botti di legno.

5

Specogna

Pinto grigio ramato. 40e Cristian e Michele Specogna sono due iperattivi fratelli che hanno preso le redini della cantine dopo la recente morte del padre. Sulle colline friulane di Corno di Rosazzo, creano una versione autentica del Pinot grigio ramato, un nome che indica anche il colore del vino. È un insieme di cinque annate, dal 2012 al 2016, così convincent­e che la guida dei sommelier Ais, Vite, gli ha assegnato il punteggio massimo. Fantastico con i piatti elaborati di pesce, profuma di erbe aromatiche e ha una freschezza sorprenden­te.

6

Longariva

Graminè 2016. 12 e.

Tra Rovereto e Isera, la famiglia Manica ha scelto di puntare sui vini che esprimono la storia del territorio. Vini di carattere, come la gente del posto, con deciso passo montanaro. Il loro punto di forza è il Pinot grigio vinificato in rosato. Il Graminè è stato eletto come il rosato migliore dell’anno dalla Guida essenziale di Daniele Cernilli: «profumi di mandarino e frutta esotica, struttura potente, salino con persistenz­a strepitosa».

7 600 Grotte

Recepit Rosato 2017. 6e.

Il vino rosato low-cost dell’anno è sicurament­e quello scovato da Cernilli per la guida 2019. È il frutto del lavoro di tre soci che hanno fondato la cantina di Chiaromont­e, in provincia di Potenza, con l’obiettivo di recuperare i vigneti di Garaccino nero. Colore del Cerasuolo, e uno slancio apprezzabi­le. Color rosa antico e pérlage fine.

8 Rainoldi

Cuvée Maria Vittoria Rosé Nature 2012. 31e.

A Chiuro, in provincia di Sondrio, è arrivato uno dei dieci Soli della guida Veronelli, l’unico per un rosato. È un Metodo clasico prodotto in meno di mille bottiglie. Segue la tendenza della Valtellina a usare per questi spumanti vitigni locali: Chiavennas­ca, Pignola e Rossola.

9

Ferrari

Trentodoc Giulio Ferrari rosè Riserva del Fondatore 2006. 200e.

L’ultimo nato della famiglia Lunelli è il Giulio Ferrari Rosé, Pinot nero con una aggiunta di circa il 20% di Chardonnay. Un sogno rosa iniziato 20 anni fa. Il vertice delle bollicine rosate, anche come costo. è denso, cremoso, ha solidità, profumi di frutta e agrumi. Una palestra olfattiva.

10

Garofano

Girofle Salento Rosato Negramaro 2017. 11e.

Severino Garofano, classe 1935, irpino di nascita e pugliese di adozione, è stato uno dei più importanti enologi del Sud. Il suo Girofle Lampone, Mediterran­eo, eleganza.

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