Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dall’opera di James «Giro di vite» debutta a Venezia
Da giovedì in scena la storia di fantasmi più nota della letteratura, con Romina Mondello e Fabio Sartor. Atmosfere da romanzo gotico per la regia di Marinelli
Una storia di fantasmi. Ma solo in apparenza. Arriva a teatro ed esordisce al Goldoni di Venezia nella stagione del Teatro Stabile del Veneto, la pièce «Giro di vite», che nasce dall’adattamento del capolavoro letterario di Henry James.
Atmosfere da romanzo gotico, ambiguità, paura, incubi e una trama avvincente che inchioda lo spettatore.
Puntando sul fascino di Romina Mondello e sulla forza interpretativa di Fabio Sartor, i due protagonisti, lo scrittore e regista Giancarlo Marinelli è autore e regista di questo testo che indaga su spettri e paure umane. Esistono i fantasmi? E cosa rappresentano esattamente? Quale segreto nascondono Miles e Flora, i due fanciulli dall’aspetto angelico rimasti orfani in circostanze misteriose e affidati dallo zio a una giovane istitutrice?
La trama è nota: in una grande villa nelle campagne di Londra un’istitutrice (Romina Mondello) accudisce due bimbi rimasti orfani. Ma dopo poco inizia ad essere perseguitata da strane visioni: un uomo con i baffi e una donna vestita a lutto. E scopre che anche i bimbi sono consapevoli della presenza dei due spettri. La paura scatta in modo profondo, sia in lei che nello spettatore. Ma nell’adattamento teatrale di Marinelli, nulla è come sembra. L’ambiguità e i colpi di scena regnano sul palco. Una favola nera che ha i contorni dell’incubo e mette lo spettatore davanti ai suoi «fantasmi».
Spiega il regista Giancarlo Marinelli: «Il dubbio che attanaglia chi assiste allo spettacolo è se questi spettri esistano o siano solo proiezioni. Il capolavoro di James, che è la più grande opera sui fantasmi, da cui è anche partita poi
TREVISO
tutta una riflessione sulla psicanalisi, è lo spunto per riflettere sull’incapacità di ascoltare veramente chi abbiamo vicino. La maggior parte della azioni si svolgono per sopraffazione o sudditanza, non c’è più spazio per l’ascolto. Voglio fare riflettere sul simbolismo che la figura di un fantasma fa scattare: magari è solo il desiderio di esseri visti». La pièce crea anche più piani di lettura, con ritmo incalzante. E molte sorprese. «Se lo spettatore vedesse un fantasma che è solo suo? - anticipa Marinelli - . Se si rendesse conto che ciò a cui assiste non è condiviso e percepito nella stessa maniera da chi gli è seduto accanto?».
Un dubbio e un mistero che anticipa la particolarità dell’adattamento teatrale, tutto giocato su di una sorprendente ambiguità.
In scena Romina Mondello, Fabio Sartor, Cristina Chinaglia, Giulia Pellicciari. Multivisioni di Francesco Lopergolo.
Lo spettacolo debutta al Goldoningiovedì 13 dicembre (ore 20.30), in replica poi venerdì alla stessa ora, sabato (ore 19), domenica (ore 16).