Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Messaggero, il vescovo: vicino ai giornalisti
Alla celebrazione della Madonna dei Noli irrompono i temi sociali. Cipolla solidarizza con la redazione colpita dalla chiusura, poi prega con le commesse. L’intervento sui giovani
Alla fine, nel giorno PADOVA della Festa dell’immacolata (che a Padova significa Madonna dei Noli), il protagonista non poteva che essere lui. Il vescovo, monsignor Claudio Cipolla. Il numero uno della Chiesa cittadina, solitamente di pochissime parole (tutt’altra cosa, per intenderci, rispetto al suo predecessore, monsignor Antonio Mattiazzo), è infatti intervenuto su tutti i temi di grande attualità. Sociale, politica ed economica.
Per cominciare, di prima mattina, il vescovo ha mandato un messaggio di solidarietà nei confronti degli otto giornalisti del Messaggero di Sant’antonio, lo storico mensile dei frati della Basilica di cui a sorpresa, tre giorni fa, è stata annunciata la chiusura della redazione. «La vicenda che sta interessando il Messaggero di Sant’antonio – ha fatto sapere Cipolla in una nota – mi rammarica e mi interroga. La nostra Diocesi, pur estranea ai fatti, si sente coinvolta e segue con attenzione la situazione. Siamo consapevoli che l’editoria cattolica versa, non da oggi, in grandi difficoltà – ha ricordato il presule, direttore della Caritas di Mantova prima di arrivare a Padova – e guardiamo con dispiacere e preoccupazione a tutti gli effetti negativi, in particolare sulle persone, che questa crisi comporta. Pertanto esprimo la mia vicinanza ai giornalisti, travolti dall’annuncio dell’imminente licenziamento. Sono a conoscenza della fedeltà profusa nel loro lavoro e comprendo il loro sconcerto per la notizia inaspettata e che pare non lasciare margini di trattativa. Mi faccio vicino alle loro famiglie – ha concluso Cipolla – E auspico che si trovi presto una soluzione. Pur conscio di non avere grandi possibilità concrete, sono disponibile a favorire ogni atto che possa andare in questa direzione».
Intorno all’ora di pranzo, dal palco di piazza Garibaldi (dove si sono visti anche i giornalisti del Messaggero, lì proprio per ringraziare Cipolla della nota) durante la tradizionale cerimonia della Madonna dei Noli il vescovo ha rivolto un pensiero «ai giovani della nostra città», che «hanno davanti a loro sfide immense»: «La parabola del benessere potrebbe essersi esaurita, essi sono sempre di meno e questo li rende meno rilevanti, perché meno rappresentati. Inoltre – ha sottolineato
” Sui ragazzi La parabola del benessere per loro può esaurirsi
Cipolla – rischiano di dover pagare i debiti, non solo economici, che abbiamo contratto in questi decenni, entrano sempre più in contatto con coetanei che hanno vissuto la guerra e la fame sulla propria pelle e che hanno culture diversissime. E spetta a noi, generazione adulta, offrire loro grandi parole che diano senso alla loro vita».
Poi, sempre durante la cerimonia in piazza Garibaldi, Cipolla ha sfiorato così la provocazione del prete «di strada» don Luca Favarin sul non fare il presepe: «I nostri simboli cristiani, nella loro semplicità, sono radicati nel cuore di tanta gente, anche al di là della fede, e sono offerti a tutti, senza distinzione alcuna. E la Chiesa – ha scandito il presule – non può non annunciare la realtà che essi rappresentano». E a fine mattinata, a due passi dal palco della Madonna dei Noli, il vescovo (insieme con il sindaco Sergio Giordani) ha fatto visita al presidio di protesta di una trentina di commesse della Rinascente, proprio di fronte al megastore che chiuderà i battenti il 15 febbraio prossimo. Prima di benedire le manifestanti, che intonavano il coro «Rinascente di nome, morente di fatto» e invitavano i passanti a fare gli acquisti di Natale da un’altra parte, Cipolla ha recitato con loro un’ave Maria e poi ha ricordato le parole di Papa Francesco: «Il lavoro è fondamentale per la dignità della persona». «Pregherò per voi e le vostre famiglie», ha concluso il vescovo abbracciando una a una le commesse.