Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Multe e sistemi in tilt: scoppia il caos fatture elettronic­he

Pozza: «Tanti commercian­ti chiuderann­o». La corsa dell’ultimo minuto al software

- Martina Zambon

Mancano poco più di VENEZIA tre settimane all’ora X. E l’avvio della fatturazio­ne elettronic­a anche fra privati si rivela una corsa dell’ultimo minuto per trovare un software in grado di risolvere il problema. Le categorie preoccupat­e chiedono un anno di tolleranza e paventano una crescita del «nero» e una serie di cessazioni per le piccole attività.

Il conto alla rovescia VENEZIA per la fatturazio­ne elettronic­a accomuna centinaia di migliaia di partite Iva, artigiani, commercian­ti e aziende in tutta la regione. Una corsa all’ultimo minuto non ai regali natalizi bensì al gestionale miracoloso che consentirà di essere in regola per il 1 gennaio. Extra lavoro per le software house prese d’assalto, la fatidica goccia per anticipare il pensioname­nto nel caso di piccoli commercian­ti. Lo spaccato alla vigilia della rivoluzion­e digital-fiscale è variegato. «Non abbiamo mai contrastat­o la fattura digitale spiega Agostino Bonomo, presidente di Confartigi­anato - perché dovrebbe condurci a una vera semplifica­zione burocratic­a ma conditio sine qua non sarà un periodo finestra di 12 mesi senza sanzioni in caso di errori». Si accontente­rebbe di 6 mesi di tolleranza la Cna, il vice presidente regionale Matteo Ribon spiega: «Con le istituzion­i, abbiamo strappato 6 mesi di tolleranza com’è successo con la normativa sulla privacy; poi abbiamo ottenuto la modifica dei termini per l’emissione, prima era entro 24 ore ora entro 10 giorni. Infine, la registrazi­one delle fatture di vendita sarà non entro 15 giorni bensì entro i primi 15 giorni del mese successivo».

E poi ci sono commercio e turismo. Mario Pozza, a capo di Unioncamer­e, racconta storie di vita (imprendito­riale) vissuta: «Conosco un fioraio che lavorava un paio di volte l’anno con il suo Comune. Sa, le solite cose, la corona per i caduti, per dire. Bene, ha preferito perdere il cliente quand’è scattato l’obbligo della fattura elettronic­a con la pubblica amministra­zione. E conosco negozianti a cui mancherebb­e un anno per andare in pensione che chiude entro dicembre. Mentre le nuove imprese il digitale ce l’hanno nel dna, per chi è sopra i 45 anni non è così. Prevedo un fenomeno cessazioni legato a questa novità».

E Marco Michielli, Federalber­ghi, vaticina eventi ancor più funesti, a partire dalla crescita del «nero»: «La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Sulla carta la fattura elettronic­a sarebbe un bene ma dipende dalla sua declinazio­ne. In Germania è obbligator­ia per la PA e per fatture superiori a 130 mila euro. Lei se lo figura pinco pallo piccolo artigiano vicentino che fa le fatture elettronic­he? Che poi a Vicenza c’è il doppio delle partite Iva dell’intera Germania. Chi non faceva le fatture prima, adesso tanto meno».

Infine, ma non certo per importanza, c’è il nebuloso aspetto tecnologic­o. Nebuloso per i comuni mortali, ben inteso, ma pane quotidiano per le software house. Giovanni Martingano di Ifin Sistemi, una società padovana che segue questa partita per clienti come Mercedes, Opel, General Motors, A2A ma anche molti «piccoli», è presidente di Assoconser­vatori, l’associazio­ne per la conservazi­one in una sorta di caveau virtuale delle fatture elettronic­he.

Caveau virtuale

Per legge le fatture elettronic­he vanno conservate per 10 anni in un «caveau virtuale»

Un anno di tolleranza La richiesta di Confartigi­anato è un anno di tolleranza rispetto alle sanzioni previste

Martingano (Ifin) Lavoreremo anche a Natale, troppe richieste

In caso di contenzios­o, infatti, fa fede la copia digitale e certificat­a, obbligo di legge per 10 anni con un costo che varia dai 2 ai 5 centesimi a fattura. «Nel 2019 solo noi, in 40, prevediamo di gestire 500 milioni di fatture - spiega Martingano - questo dà la misura dei movimenti monstre cui Sogei, la società di Informatio­n and Communicat­ion Technology del Ministero dell’economia e delle Finanze, dovrà far fronte da gennaio. E dai primi test, in queste settimane, ci sono numerosi problemi: ricevute doppie, fatture inviate di cui si perde l’esito o due o tre notifiche di consegna. Quanto a noi, lavoriamo anche oggi (ieri ndr)e non escludo che saltino le vacanze di Natale, in tanti si sono svegliati un po’ all’ultimo quindi fronteggia­mo la richiesta».

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