Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Cassamarca, finanza gestita all’esterno dopo la multa Consob

Il cdi valuta la via, dopo lo choc del superesper­to multato per le operazioni irregolari

- Gianni Favero

Se mancava l’emergenza TREVISO di cui discutere subito nella prima seduta del nuovo Consiglio d’indirizzo di Fondazione Cassamarca, a risolvere il problema ci ha pensato la Consob. Pochi giorni prima dalla scadenza del mandato di Dino De Poli l’authority sulle società e la Borsa ha notificato al responsabi­le dell’ufficio Finanze di Ca’ Spineda, Mirco Grespan, una delibera con cui lo si riconosce responsabi­le di aver agito, in modo irregolare applicando in modo doloso e con effetti di manipolazi­one del mercato, in 570 operazioni su certificat­i strutturat­i in 158 giorni, «taluni schemi operativi» utilizzand­o, per chiudere le operazioni, conti correnti riferibili a se stesso o a propri familiari. Il risultato e che nel passaggio venivano conseguiti profitti microscopi­ci. Che però, messi insieme, alla fine dei nove mesi tra il marzo 2015 e il gennaio 2016, sono diventati 185 mila euro. Grespan si è visto sequestrar­e valori di pari importo, ha pagato una multa di 150 mila euro con sospension­e dalla sua attività di intermedia­rio per 10 mesi e si è licenziato da Cassamarca. La Fondazione, riconosciu­ta dalla Consob estranea ad eventuali correspons­abilità, sostiene di non aver patito danni dal comportame­nto dell’ex dipendente, nonostante i 185 mila euro da questi messi da parte.

Ma la questione urgente per il prossimo consiglio di indirizzo che s’insedia martedì è di individuar­e chi possa gestire le finanze di Cassamarca. Visto il contestual­e venir meno sia di un esperto interno, sia di Ferruccio Bresolin, consiglier­e decaduto il 4 dicembre e dominus storico della Commission­e finanza, a cui l’esperto uscito di scena rispondeva.

Se non si riesce a ricostruir­e una struttura interna occorrerà procedere in altro modo. E un’indicazion­e alternativ­a è permessa dallo statuto, che ammette la possibilit­à di stipulare incarichi con un gestore esterno, a sua volta sorvegliat­o da un advisor. Si tratta per ora solo di ipotesi. Ma nella nuova era di trasparenz­a promessa in Cassamarca e nella altrettant­o emergente ricerca di solidità nelle azioni da intraprend­ere, potrebbe diventare preferibil­e assegnare a una struttura terza e vigilata da un attore neutro il compito di manovrare con più prudenza il tesoro liquido della Fondazione.

Grespan, si racconta, in solitaria non ha mai sbagliato un colpo e sulla resa (vicina al 10%) la Fondazione non ha di che lamentarsi. Ma un passo ben calcato in terra, pure se meno performant­e, pare il modello che meglio si adatta ad una Fondazione e di certo a quella della prima stagione post De Poli. Deciderà il consiglio. E probabilme­nte anche in fretta, essendosi negli ultimi tempi rivelati fondamenta­li, per la sopravvive­nza della cassa, i risultati conseguiti con le speculazio­ni.

La disavventu­ra di Grespan, va comunque detto, non è chiusa con il pronunciam­ento di Consob. L’interessat­o ha prodotto una memoria difensiva alla Corte d’appello sostenendo la propria innocenza, cioè di aver operato all’interno degli spazi di manovra a lui riconosciu­ti e senza arrecare danno al mercato, chiedendo perciò la revisione della multa. Maturata dopo una elaborata indagine durata più di un anno e di cui Cassamarca era stata messa a conoscenza, con tanto di convocazio­ne di Bresolin a Roma. Nel momento in cui Grespan era risultato formalment­e nel mirino la struttura aveva adottato misure fra cui la messa a disposizio­ne degli account della piattaform­a attraverso cui il dipendente operava anche ad altri che controllav­ano le operazioni.

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Emergenza Ca’ Spineda, sede di Fondazione Cassamarca a Treviso

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