Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La Madonna giottesca che torna a risplendere
Santa Sofia, restaurato l’affresco del Trecento
Un restauro complesso PADOVA quello dell’affresco della chiesa di Santa Sofia «Madonna in trono con Bambino» e che ha dovuto aspettare sette anni prima di poter iniziare. Ieri la presentazione ufficiale dell’intervento conclusosi di recente, con gli esperti e un momento anche musicale. L’opera si trova nella parte più importante della chiesa, la lunetta del presbiterio proprio dietro l’altare, una posizione significativa perché considerata la più sacra. Il recupero ha richiesto l’aiuto economico della Fondazione Antonveneta e di molti parrocchiani fino ad arrivare agli ottomila euro necessari. «Ci sono molte immagini mariane in questa chiesa ma non fanno parte di un ciclo pittorico, sono isolate tra loro – spiega la storica dell’arte Valentina Baradel – Sono state tutte realizzate tra il Duecento e il Quattrocento. L’immagine appena restaurata è diversa dalle altre perché la Madonna siede sul trono tenendo in braccio Gesù. Ai due lati è omaggiata da due sante che hanno una particolarità: la corona sulla loro testa sta a indicare che sono due martiri». Anche il nome del pittore risulta sconosciuto. Viene chiamato «Maestro del Coro degli Scrovegni» perché è lui che ha preso in mano i lavori alla Cappella degli Scrovegni dopo la morte di Giotto. Non è un caso, infatti, se ci sono tante connessioni con la pittura giottesca come l’uso del colore blu e delle decorazioni geometriche per la cornice. «L’intervento è stato complesso perché l’affresco si stava staccando, lo abbiamo notato alla fine dei lavori di restauro della chiesa nel 2011 – dice la restauratrice Valentina Piovan – Forse al di sotto c’era un altro dipinto ma non possiamo ricostruirlo, sappiamo solo che la decorazione della cornice era molto simile a quella che si vede ora». «Risale al primo ventennio del Trecento – afferma Rita Deiana, direttrice del Centro di ricerca, studio e conservazione dei beni artistici del Bo – Siamo riusciti a capire anche che l’affresco è stato dipinto in nove giorni studiando gli strati di intonaco».