Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Non sarà più il solito lavoro Abituiamoci a essere ibridi
Il lavoro (ci) cambia, giorno dopo giorno. È l’effetto dirompente dell’irruzione delle tecnologie digitali, che, mentre fanno preconizzare un futuro prossimo ancora tutto da inventare (il 65% dei bambini che oggi vanno alle elementari, secondo il World Economic Forum, da grandi faranno un mestiere che oggi ancora non esiste), agiscono sin d’ora nel quotidiano di tutto noi, modificando in modo radicale l’essenza di molti mestieri tradizionali. Tradotto in pratica: il commesso, il chirurgo, l’artigiano, l’operaio, il commercialista, l’avvocato, in larga parte hanno già intrapreso una profonda trasformazione sulla spinta delle tecnologie.
È questo l’oggetto di una specifica ricerca, condotta dall’osservatorio professioni digitali dell’università di Padova, cui è stato dato significativamente il titolo «Lavori ibridi in Veneto». Ibridi perché le competenze richieste ai lavoratori interessati tendono a mescolarsi, contaminandosi con le conoscenze informatiche e digitali che sempre più spesso vengono richieste per svolgere i propri compiti. Come avverte l’economista Paolo Gubitta, che dell’osservatorio padovano è il direttore, «abbiamo scoperto che non è più sufficiente avere il genio della meccanica, essere maghi della carpenteria o bravissimi venditori. Al fianco di tutto ciò è ormai indispensabile disporre di una serie di competenze “moderne”, digitali e non solo. I mestieri tradizionali sono sempre più flessibili, trasversali o, appunto, ibridi».
A questo tema, connotato da un fortissimo impatto sull’attualità, è dedicato il focus di primo piano del nuovo numero di Corriere Imprese Nordest, il supplemento al Corriere della Sera in edicola domani all’interno del giornale. Per illustrare meglio le ricadute pratiche del fenomeno indagato dalla ricerca dell’osservatorio, Corriere Imprese ha raccontato la storia e l’esperienza di quattro testimoni diretti del cambiamento: Roberta Gomiero, responsabile della barriera casse all’interspar di Albignasego (Padova); Emilio Morpurgo, primario di chirurgia generale all’ospedale di Camposampiero; Stefano Puiatti, responsabile dell’ufficio ricerca e sviluppo della Premek di Pordenone, azienda specializzata in lavorazioni meccaniche di precisione; Ermes Gamba, responsabile tecnico-commerciale della Gamba Stampi di San Giorgio delle Pertiche (Padova). Ognuno di loro si misura pressoché tutti i giorni con le nuove competenze digitali richieste dai rispettivi compiti: le cassiere devono saper interagire con i clienti attraverso le app; il medico opera i pazienti manovrando da un’altra stanza con il joystick il robot chirurgo Da Vinci; le macchine parlano agli operai e ai dirigenti delle fabbriche attraverso i tablet.
La morale della favola? Dice ancora Gubitta: «In arrivo ci sono le sofisticate competenze richieste da Industria 4.0. Se un lavoratore pensa di potersi fermare è perduto».