Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Schianto con la capolista
Serie B Il Padova perde male all’euganeo con il Palermo dopo esser passato in vantaggio alla mezz’ora con un capolavoro di Bonazzoli. Foscarini convoca la squadra oggi per un confronto
Quattro partite, tre PADOVA sconfitte e una vittoria. Il bilancio dell’era Foscarini a Padova per adesso è negativo su tutto il fronte. Il blitz di Ascoli poteva essere la svolta, al contrario si è rivelato soltanto un lampo nel buio. Dopo i ko contro Carpi e Cosenza, arriva pure la sconfitta interna per 3-1 contro la capolista Palermo. E, come già accaduto in altre occasioni, la squadra sparisce dopo 60 minuti più che dignitosi. La svolta in negativo arriva dopo il cambio di Pinzi, fra i più lucidi, con Della Rocca. Da lì in poi, non si sa se sia un caso o meno, la squadra sparisce dal campo, incassa due gol e affonda: «C’è una grande delusione — ammette l’allenatore trevigiano, che arriva in sala stampa con un’ora di ritardo — ho convocato la squadra per confrontarci nonostante la domenica sia normalmente un giorno libero. Non vedo la voglia di non mollare mai e senza quella è difficile salvarsi e diventa difficile continuare. Dopo il primo gol la squadra ha perso sicurezza ed è su questo che bisogna lavorare, o ci crediamo insieme a questo progetto o è dura... Non ho detto che quando ci ritroveremo si prenderanno delle decisioni, semplicemente c’è bisogno di un confronto, perché questa squadra ha un’insicurezza bestiale, ed è inaccettabile».
Il ritardo nell’arrivo in sala stampa fa diffondere le voci più incontrollate, compresa quella delle dimissioni presentate dall’allenatore. Ma è una voce senza fondamento, smentita seccamente dalla società. E sotto accusa di una tifoseria furiosa finisce pure Giorgio Zamuner, nel mirino per una campagna acquisti giudicata inadeguata: «A volte si spegne la luce — riconosce il dg — e nessuno la riaccende. È probabile che la squadra inconsciamente pensi che non si debba fare più fatica, ma bisogna provare a tirare fuori 95 minuti. Non è solo una questione tecnica, ma anche caratteriale. Al termine della gara ci siamo trovati in spogliatoio con il presidente e abbiamo fatto l’analisi della partita ed essendo un momento delicato ci siamo fermati un po’ di più».
Alla lettura delle formazioni ecco le prime sorprese. Foscarini imposta il 4-1-4-1, con Pinzi davanti alla difesa, Clemenza e Capello esterni e Belingheri e Pulzetti sulla linea dei centrocampisti e Bonazzoli unica punta. Stellone conferma l’undici annunciato alla vigilia, con Moreo preferito a Puscas come partner di Nestorovski. Il vantaggio è un autentico capolavoro di Bonazzoli: l’azione passa attraverso Belingheri (in fuorigioco), che scarica su Contessa, cross delizioso per il centravanti scuola Inter che in semirovesciata spacca la porta bucando Brignoli. L’esultanza successiva è a dir poco discutibile, con i compagni che vengono allontanati e le mani alle orecchie. Il piano di Foscarini tiene fino a quando le energie in mezzo non vengono meno e già a fine primo tempo si avverte qualche scricchiolio sinistro, poi nella ripresa il fragile castello crolla sotto i colpi di Rajkovic e Nestorovski e gli assist di Moreo. Il primo gol di Trajkovski è una coltellata nel cuore della difesa: Chochev batte una punizione rapidamente, Nestorovski appoggia a Trajkovski, difesa fatta a fette e pari servito. Ma non c’è soltanto questo sul taccuino. Sono ben due i gol annullati al Palermo per fuoriogoco e in entrambi i casi Dionisi vede bene. Sul secondo, a Trevisan va di lusso, perché l’autorete che commette in tuffo di testa con pallone all’angolino sarebbe entrata negli annali. Poi il buio. Sempre più fitto.