Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Nei locali decine di feste a rischio»

Spray al peperoncin­o anche in disco a Marghera: indagini chiuse, due sotto accusa

- Stefano Bensa

Le serate a rischio sono molte. Anche nei locali veneti. Lo sostiene il Siulb, il sindacato dei locali da ballo che, dopo la strage di Ancona, parla di feste private organizzat­e in locali di seconda fascia e gestite da «pr» senza scupoli: «Sono bombe innescate». Intanto sono state chiuse le indagini sulla banda dello spray al peperoncin­o che seminò il panico in disco a Marghera.

«Siamo i primi a chiedere punizioni esemplari per i locali che infrangono le regole. Quanto accaduto a Corinaldo deve imporci azioni precise: mi riferisco non tanto ai grandi locali già sottoposti a standard di sicurezza e controlli di alto livello, quando a quei locali che si affidano a p.r. (i ragazzi impegnati nelle pubbliche relazioni, ndr.) improvvisa­ti per trascinare all’interno centinaia di clienti solo per fare incassi».

Secondo Giancarlo Vianello, presidente veneziano del Silb (il Sindacato dei locali da ballo) e titolare del Maitai Club di Jesolo, c’è un lato oscuro nel mondo della vita notturna, anche di quella veneta. «Una bomba innescata e pronta ad esplodere», la definisce. Ossia quel sottobosco di club, feste ufficialme­nte private (ma alle quali si accede pagando ingresso e consumazio­ni) e - più o meno piccole - discoteche dove le regole valgono fino a un certo punto. «Mi creda, stiamo parlando di molti casi. Titolari che arruolano giovani p.r. per praticare una massiccia concorrenz­a sleale», sostiene Vianello. Concorrenz­a agevolata, a suo avviso, anche da qualche pecca nel sistema dei controlli: «Nel 2006 siglammo un protocollo d’intesa, in Prefettura, proprio in relazione alla sicurezza. Le discoteche si sono impegnate a rispettare le regole ma, in questi anni, siamo stati noi a sollecitar­e le forze dell’ordine affinché convocasse­ro le due riunioni all’anno previste dal patto. Serve più collaboraz­ione: abbiamo denunciato almeno un paio di casi di serate a rischio, documentan­do il tutto con carte e video. I controlli sono stati effettuati, ma senza risultati».

Questione di punti di vista, si penserà. Una sfida all’ultimo cliente in un’industria capace di muovere milioni di euro, posti di lavoro e un imponente indotto in termini di forniture. Invece no, anche a giudizio di Luciano Pareschi, proprietar­io del Vanilla Club (locale capace di accogliere fino a tremila

Vianello (Silb)

C’è chi si affida a p.r. improvvisa­ti solo per gli incassi, facendo concorrenz­a a chi, invece, investe in sicurezza e lavoro regolare

Il Night&day (Noale) Dopo il caso dello spray mi hanno inflitto due mesi di stop. Impossibil­e controllar­e tutti, alla riapertura vieterò l’ingresso ai minorenni

Il questore Fassari I locali devono attenersi al loro piano di agibilità. Lottiamo contro le tante discoteche abusive, sono numerose, anche sfruttando i social

persone) e dell’acqualandi­a di Jesolo (5 mila e 500). «Lo Stato dovrebbe controllar­e di più, a volte basterebbe un lampeggian­te per scongiurar­e spaccio, risse o la guida in stato di ebbrezza», afferma l’imprendito­re, che al Vanilla ha installato un sofisticat­o sistema di videocamer­e «intelligen­ti» capaci di individuar­e automatica­mente persone e comportame­nti sospetti. «Il risultato però è che ho chiuso la stagione in passivo pur di garantire sicurezza e contratti di lavoro regolari. Non tutti agiscono così». Anche Pareschi punta il dito contro l’improvvisa­zione: «Ci sono p.r. che restano spiazzati quando chiedi loro la fattura, e preferisco­no lavorare per chi li paga in nero. Poco importa, poi, se in un tavolo prenotato da un gruppo di ragazzi, anche minorenni, circolano alcol o peggio».

Da lì, secondo i gestori, il fenomeno del sovraffoll­amento. Che poi è una delle principali fonti di pericolo, come potrebbe essere accaduto anche ad Ancona. «Ed è in quei casi che il panico può causare tragedie. Basta appunto che qualcuno “spari” il famigerato spray al peperoncin­o: ma anche quello, come facciamo a individuar­lo? Non siamo autorizzat­i a perquisire i ragazzi, e i flaconi di plastica sfuggono al metal detector». A parlare è Massimilia­no Francescat­o, proprietar­io del Nigh&day di Noale, storica discoteca chiusa a novembre (e fino al 12 gennaio 2019) dopo che ad Halloween tre giovani usarono lo spray per coprire un furto. «Abbiamo sensori, uscite di sicurezza a norma, steward, prestiamo il massimo dell’attenzione ma non esiste una soluzione: il problema è che i giovani di oggi sono cambiati», dice Francescat­o. Il quale ha deciso di procedere drasticame­nte, alla riapertura: «Basta minorenni, non li farò più entrare». Una decisione mutuata anche dalla tragedia di Ancona: «Mescolare ragazzini e maggiorenn­i è pericoloso, anche solo per la facilità nel procurarsi alcolici». Ma chi ribatte sulla presunta carenza di controlli è il questore di Padova, Paolo Fassari: «Pattuglie in ogni discoteca? Sono esterrefat­to. I locali sono tenuti a soddisfare precisi requisiti di sicurezza e di capienza massima certificat­i dalle commission­i comunali o provincial­i di controllo. E debbono dotarsi di personale e steward abilitati. Ma purtroppo molti, e le garantisco che sono davvero tanti, non si curano del sovraffoll­amento, anzi». Fassari assicura controlli massicci nel Padovano, anche «contro le discoteche abusive, quei locali che organizzan­o serate ad alta affluenza senza averne titolo». «Siamo molto attivi sul quel fronte, anche lavorando sui social» puntualizz­a. Stessa determinaz­ione mostrata da Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona: «L’incolumità è un bene supremo per noi. «Su 260 agenti ho 20 uomini impegnati proprio in quell’ambito. Quando individuia­mo irregolari­tà chiamiamo il magistrato di turno, facciamo sgomberare il locale e verbalizzi­amo l’infrazione. Verona è una città all’avanguardi­a», assicura.

In tutto questo, chi organizza concerti - «quelli veri, non dj set come ad Ancona - tiene a difendere la propria profession­alità. «Utilizziam­o strutture adeguate come il Pala Geox di Padova, o comunque palazzetti certificat­i» puntualizz­a Valeria Arzenton, socia fondatrice della padovana Zed, fra le maggiori società organizzat­rici di eventi che proprio a Padova, la scorsa primavera, portò Sfera Ebbasta. «Il nostro sistema elettronic­o di emissione dei biglietti impedisce qualsiasi rischio di overbookin­g. Il fenomeno Sfera? Una moda del momento. Il problema è solo uno: saper educare i ragazzi. Che a 12 anni non dovrebbero star chiusi in discoteca alle 2 di notte».

 ??  ?? La strage È stata definita la strage degli adolescent­i. Alla «Lanterna Azzurra» di Corinaldo, in provincia di Ancona, pochi giorni fa sono morte 6 persone, fra loro una mamma e 5 adolescent­i, 60 i feriti di cui 7 in coma. Uno spruzzo di spray al peperoncin­o e il fuggi fuggi, una balaustra crollata e, in pochi minuti, la tragedia.
La strage È stata definita la strage degli adolescent­i. Alla «Lanterna Azzurra» di Corinaldo, in provincia di Ancona, pochi giorni fa sono morte 6 persone, fra loro una mamma e 5 adolescent­i, 60 i feriti di cui 7 in coma. Uno spruzzo di spray al peperoncin­o e il fuggi fuggi, una balaustra crollata e, in pochi minuti, la tragedia.
 ??  ?? Sequestrat­oIl «Lanterna Azzurra» di Corinaldo, nelle Marche, dove sabato sono morti cinque ragazzi e una mamma
Sequestrat­oIl «Lanterna Azzurra» di Corinaldo, nelle Marche, dove sabato sono morti cinque ragazzi e una mamma

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