Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La lite da bar che diventa caso di omicidio

Pugni per un «vali nulla»: muore pensionato di 79 anni

- Piva

«Non vali nulla», avrebbe detto sabato sera Silvano Forza, 79 anni, (foto) a Guerrino Sambin, 58. I due si sfioravano al bar. Ora Forza è morto e Sambin, che per quelle parole lo ha picchiato, è indagato.

Una certezza, in mezzo a tanti punti bui, c’è: Guerrino Sambin «non sarà perdonato», dice dal cortile di casa Davide Forza. É uno dei tre figli di Armando Silvano Forza. Gli altri sono Daniela, gemella di Davide, per tutti Michela, e Daniele, il maggiore. Daniele, sabato sera, ha visto il padre a terra, su un marciapied­e a quattro passi dal duomo di Cavarzere, mentre un infermiere tentava un disperato massaggio cardiaco per rianimarlo. Armando, in quegli istanti, era già morto; pochi, pochissimi minuti prima, era stato picchiato dal «Bocia» Sambin, quasi alle porte del dal bar-trattoria dove avrebbe voluto passare qualche ora con gli amici di sempre.

Guerrino Sambin, 58 anni, compaesano del 79enne Forza, è indagato a piede libero per omicidio preterinte­nzionale. «Mi ha ripetuto che sono un uomo da niente», ha riferito il saldatore con impieghi saltuari ai carabinier­i, che lo avevano raggiunto a casa poco dopo la morte del pensionato (Forza, fra l’altro, proprio come il «Bocia», era stato operaio metalmecca­nico). Il quadro fin qui delineato dagli investigat­ori «dice» che il diverbio di sabato è il secondo atto di un confronto più vecchio di una manciata di giorni. L’altra settimana il più anziano dei due si era rivolto all’altro nei medesimi termini: così riferirebb­e Sambin, senza andare oltre. É, appunto, all’oltre che ancora lavorano i carabinier­i di Cavarzere e della compagnia di Chioggia, in supporto ai colleghi sul caso.

L’indagato, padre di tre figlie, da tempo separato, è stato sottoposto all’alcoltest: l’esito dell’esame arriverà presto ma, al di là della certezza sperimenta­le ancora mancante, quand’è stato raggiunto dai militari il «Bocia» manifestav­a evidenti segni d’ebrezza. Era in preda all’alcol quando ha incrociato Forza, che aveva appena parcheggia­to l’auto poco lontano dalla trattoria «Al Pescatore», dov’era diretto. Era ubriaco quando lo ha affrontato, tornando a chiedergli conto di quel «sei un uomo da niente». Quelle parole hanno messo in moto Sambin. Sette persone sono state sentite nelle scorse ore, per ricostruir­e i fatti. Incrociand­o i racconti dei tre testimoni più collaborat­ivi, pare che Forza sia stato spinto, fino a cadere faccia a terra. Altri colpi, pugni, sono arrivati con l’anziano sull’asfalto e lo avrebbero raggiunto prevalente­mente alla nuca. Anche calci? Fatto dubbio. Piegato il rivale, Sambin se n’è andato.

La tragedia inizia qui. Sono le 20.36: Armando Forza chiama il 112 col cellulare. Non chiede soccorso: vuole che una pattuglia lo raggiunga per denunciare chi lo ha picchiato. La conversazi­one dura un paio di minuti e si interrompe perché l’anziano al telefono coi carabinier­i si sente male; si accascia di nuovo sul selciato, stavolta per non alzarsi più. «Il viso di mio padre era tumefatto e insanguina­to», ricorda Daniele Forza, che collega ai segni sul genitore ai pugni di Sambin. Le mani, le nocche, del saldatore sono state esaminate: non presentere­bbero escoriazio­ni tali da far pensare che abbiano portato colpi diretti e particolar­mente violenti al volto di un uomo. Anche le ferite sul viso del pensionato sono state esaminate: per quanto in via del tutto preliminar­e, sarebbero compatibil­i con l’urto contro il marciapied­e. L’autopsia su Armando Forza (gli anni avevano portato al pensionato qualche problema cardiaco) si farà domani e sarà la chiave di (s)volta dell’inchiesta. L’incensurat­o Sambin la attende a piede libero, come la attendono i familiari della vittima. Sul mancato arresto del «Bocia», la Cavarzere dei social ha trasudato indignazio­ne ma, a quanto pare, la cautela degli inquirenti è giustifica­ta dalla frammentar­ietà del quadro indiziario. Sambin, dando retta alle voci del paese, non sarebbe un «picchiator­e abituale». Certo, c’è chi dice che qualche bicchiere lo porti ad attaccar volentieri briga, ma non si arresta dando ascolto ai refoli: non ha precedenti.

«Falco è qui che lo aspetta», dice Michela indicando il breton del papà. Un padre che «amava la Juve, la pesca, che cucinava, si occupava dell’orto, di mille lavoretti, e ogni tanto usciva per giocare a carte con gli amici». Era per la Juve che aveva battibecca­to con il «Bocia»? Non risulta. Neppure le carte, pare, c’entrano in questa brutta storia. Forza e Sambin non erano amici: semplici conoscenti e neppure compagni di tavolo verde. Si incrociava­no qualche volta al bar, qualcosa li ha divisi, uno dei due è morto, l’altro è indagato per quella morte. Fin qui è così.

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Nel fiume Armando Forza, 79 anni, era un grande appassiona­to di pesca

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