Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Guerra dei rifiuti» in Polesine Ora il prefetto cerca di mediare
Domani incontro con società e sindaci. Rischi per gestione e lavoratori
Fissato per domani l’incontro coi sindaci in Prefettura, richiesto a gran voce da Davide Benazzo della Fp-cgil, per la questione della contestata cessione dalle discariche, con relative opere e dei mezzi di lavoro del Consorzio Rsu a «Ecoambiente». Con questa operazione la società (per due terzi del Comune di Rovigo e per un terzo del Consorzio Rsu) è destinata a essere il gestore unico in Polesine dei rifiuti.
Al conferimento dei beni dell’ente consortile ad Ecoambiente hanno già detto sì 48 consigli comunali su 50 ad eccezione di Pontecchio e Salara (0,75 delle quote complessive), che non hanno ancora approvato la delibera di conferimento. E con Adria che sta valutando un dietro-front.
L’incontro di domani in Prefettura, la cui preparazione sta procedendo febbrilmente, dovrebbe servire a cercare di limare le difficoltà in modo che l’operazione si chiuda entro il 31 dicembre prossimo, data in cui scadranno le perizie sul valore dei beni da conferire. I dubbi delle giunte dei due Comuni riguardano soprattutto il conferimento rispetto alle opere di bonifica delle discariche di Taglietto 0 e Taglietto 1 a Villadose, del valore stimato di 1,4 milioni di euro. Sullo sfondo, incombe la fine della gestione con affidamento diretto (in house) per la gestione dei rifiuti prevista per il 31 dicembre 2020.
Sulla vicenda torna a farsi sentire Davide Benazzo della Cgil. «Quindici anni — premette il sindacalista — che si cerca di fondere due aziende pubbliche di proprietà di Comuni di questa provincia, per crearne finalmente una sola che gestisca la raccolta dei rifiuti». Ora che parte il percorso che aggrega in un’unica azienda pubblica la raccolta dei rifiuti (Ecoambiente) e gli impianti (del Consorzio Rsu), per Benazzo iniziano problemi di difficile comprensione.
«Un progetto — afferma — che doveva nascere anni fa e che ci avrebbe almeno evitato le tante inutili e dispendiose lotte politiche, viene affossato da due Comuni che, difficile comprenderne il perché, nutrono dubbi sul percorso. Queste due amministrazioni sono pronte ad assumersi la responsabilità delle possibili ricadute sui 300 lavoratori di Ecoambiente?».