Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cassamarca, immobili e finanza Doppia partita per il salvataggio
Oggi Garofalo presidente. Sede della Camera di commercio primo nodo
Primo giorno dell’anno zero per Fondazione Cassamarca e priorità già molto chiare. Se oggi sarà il giorno della elezione di Luigi Garofalo alla presidenza del Consiglio di indirizzo, ruolo ricoperto dall’origine della Fondazione, 26 anni fa, da Dino De Poli, i nodi su cui il nuovo consiglio si dovrà concentrare da domani riguardano le manovre urgenti di risanamento.
A partire dalle vendite immobiliari, con la soluzione dell’annoso contenzioso sulla cessione della nuova sede della Camera di commercio di Treviso Belluno, alla Cittadella dell’appiani. Si sbloccherebbe la transazione immobiliare più importante che Cassamarca può chiudere; ed essendo di fatto la vendita dei palazzi la sola via per attenuare i debiti (220 milioni, di cui 180 verso Unicredit da restituire in un anno e mezzo), l’importanza del contratto è evidente. La Camera, in sintesi, dalla sede di Piazza Borsa dovrebbe trasferirsi, secondo accordi assunti dall’ex presidente Federico Tessari con De Poli oltre dieci anni fa. Intesa su cui il successore, Nicola Tognana, fece dietrofront insistendo sull’inesistenza di contratti formali e innescando la battaglia legale.
Che Mario Pozza, ora al vertice dell’ente, vuole chiudere. Secondo la perizia che ha in mano, per acquistare i nuovi uffici basterebbero 25 milioni; ma Cassamarca punta più in alto, oltre i 30. Dati i vincoli ministeriali a cui entrambi gli interlocutori sono sottoposti, i margini di trattativa sono modesti; ma l’ambizione di entrambi è giungere a una quadra entro gennaio. La Camera dovrà vendere per proprio conto la vecchia sede, essendo insostenibile l’iniziale concambio.
Fra le proprietà di Cassamarca vendibili anche asset liquidi fino a pochi giorni fa gestiti dalla Commissione finanze guidata da Ferruccio Bresolin, ora decaduto, e manovrata da Mirco Grespan, l’intermediario pesantemente multato da Consob dopo una lunga inchiesta. Per l’authority avrebbe maneggiato con disinvoltura titoli in portafoglio alla Fondazione, ricavando un vantaggio illecito per 185 mila euro. Valore sequestrato assieme al versamento di una multa da 150 mila euro, in attesa dell’esito di un ricorso in appello. Cassamarca ha perso un dipendente che ha ottenuto rendimenti speculativi vistosi (intorno al 10%) al punto da realizzare, con un gioco di derivati, una ventina di milioni sull’ultimo aumento di capitale Unicredit acquistato a debito. Acrobazie a cui il nuovo corso pare preferire fare a meno. Molto meglio, e più consona a una Fondazione bancaria, una gestione esterna sorvegliata da un advisor terzo.
Oggi il Cdi eleggerà anche il vicepresidente. Uscito dalla rosa dei consiglieri anche il precedente, Ulderico Bernardi, presumibile la scelta di Gianfranco Gagliardi, leader della strumentale Teatri e umanesimo latino destinata a cambiare presto fisionomia.