Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Antonio colpito e grave, Clara salva

Il ragazzo che ha studiato a Verona in fin di vita, l’amica di Ca’ Foscari sotto choc ma al sicuro

- Orsato

Figli dell’europa. Il trentino Antonio Megalizzi - che ha vissuto e studiato a Verona rimasto gravemente ferito nell’attentato di Strasburgo. E con lui, l’altra sera, c’erano la veneziana Clara Rita Stevanato e l’amica Caterina Moser: anche lei, trentina, ha studiato a Verona. Entrambe illese, sono riuscite a mettersi in salvo fuggendo in un locale.

Tre figli dell’europa: uno è in un letto d’ospedale con una pallottola in testa, e ai suoi familiari non resta che sperare in una buona notizia da parte dei medici, anche se le condizioni di partenza appaiono gravissime. Le altre, terrorizza­te e in ansia per l’amico, sono scampate per un soffio alla furia dell’attentator­e.

Ancora una volta il terrorismo islamico ha preso di mira giovani studenti e ricercator­i, cosmopolit­i, aperti al mondo. Era già successo, nella strage del Bataclan, con Valeria Solesin, la ragazza veneziana che si stava specializz­ando in demografia alla Sorbona. Poi Luca Russo, travolto sulla Rambla di Barcellona da un furgone assassino: aveva 25 anni e una laurea fresca in ingegneria.

Antonio Megalizzi, 29 anni, è una delle dodici persone colpite (tre di loro sono morte) dai proiettili esplosi con tutta probabilit­à da Cherif Chekatt, suo coetaneo, da tempo inserito nelle liste della polizia francese degli islamisti radicalizz­ati. Nato a Trento da genitori calabresi, Megalizzi ha vissuto a Verona, frequentan­do il corso di laurea in Scienze della Comunicazi­one e laureandos­i nel 2015. Ieri sera, le sue condizioni risultavan­o critiche: in coma, per i medici è impossibil­e da operare, in quanto la pallottola risulta troppo vicina alla spina dorsale.

Antonio è stato raggiunto a Strasburgo dalla sua famiglia e dalla fidanzata Luana. Il padre Domenico, raggiunto al telefono in ospedale, nel reparto di rianimazio­ne dove è ricoverato il figlio, è sotto choc: «Come si può essere forti in un frangente così? È durissima: è in coma, Antonio è in coma. Non riesco nemmeno a parlare dal dolore».

Il ragazzo si trovava nella città francese, seconda sede del parlamento europeo, per caso e per lavoro. Come Clara Rita Stevanato, la ricercatri­ce veneziana che era insieme a lui al momento dell’attentato e come Caterina Moser - trentina ma anche lei con un passato da studentess­a a Verona - era andato a seguire l’assemblea plenaria dell’istituzion­e comunitari­a per Europhonic­a, programma che va in onda sulla Rete, costituita da decine di emittenti, online e via onda, delle radio universita­rie. Per lui rappresent­ava la formazione sul campo dopo anni di studi. «Fare il giornalist­a era la sua passione – spiega tra le lacrime Alice Plata, responsabi­le della trasmissio­ne – e anche se a Strasburgo Antonio si sentiva di casa, andava là solo quando doveva coprire le sedute parlamenta­ri. Un compito che svolgeva per pura passione e per una salda convinzion­e: abbiamo un budget risicato che ci basta a malapena per coprire le spese».

Il primo approccio con la realtà delle radio universita­rie è avvenuto, per lui, a Verona, dove è attiva Fuori Aula, emittente che trasmette su internet: Megalizzi, pur non collaboran­do, ha conosciuto la redazione e si è poi attivato nello stesso settore a Trento. «Eravamo in contatto con lui – spiega Andrea Diani, redattore della web radio veronese – e ci siamo incontrati in occasione delle iniziative organizzat­e da Raduni, il network delle radio universita­rie». Un pensiero per lui è apparso anche sulla pagina Facebook della sua trasmissio­ne: «Dobbiamo confermare che la situazione è grave. Il collega italiano è in ospedale in grande difficoltà».

A condivider­e le sue battaglie le sue passioni anche Clara Rita Stevanato, originaria di Salzano (Venezia) che si trovava con lui al mercatino di Natale quando si sono sentiti gli spari. Anche per lei, quella di Strasburgo era una trasferta:dal Veneziano era finita a vivere a Parigi dove è ricercatri­ce alla Sorbona. Laureata con il massimo dei voti in Letteratur­a - nel 2015 a Ca’ Foscari ha fatto volontaria­to in diversi ospedali, impegnata anche nella clown-terapia per i bambini. Raggiunta ieri telefonica­mente dal Corriere del Veneto, ha spiegato: «Ci è stato ordinato di non rilasciare alcuna dichiarazi­one in questo momento. Per fortuna sto bene e ora mi trovo in un luogo sicuro. La Farnesina sta facendo tutto ciò che serve».

Poche parole anche dalla trentina Caterina Moser, che ha studiato a Verona, laureandos­i nel 2016 in Scienze della Comunicazi­one a Verona, città nella quale ha mosso i primi passi nel mondo della radio, proprio con Fuori Aula. Agli amici ha raccontato quegli attimi terribili. «Stavamo camminando per strada, nella via parallela a quella dove si svolgono i mercatini. Poi c’è stato il caos. Abbiamo iniziato a sentire gli spari e non abbiamo capito più niente, ci siamo trovate in mezzo al delirio e abbiamo trovato rifugio in un ristorante vicino».

Qualche altro dettaglio lo fornisce Danilo Moresco, il padre di Luana, la fidanzata di Antonio: «Verso le 8 mia figlia ha acceso la tivù e dal telegiorna­le ha saputo ciò che accadeva a Strasburgo. Ha subito telefonato ad Antonio, si sentivano ogni quattro cinque ore, ma questa volta lui non ha risposto. Luana si è agitata, non succedeva mai che non le rispondess­e. Così ha chiamato Caterina, che al momento dell’attacco era con Antonio e con l’amica Clara, tutti di Europhonic­a: ha risposto e ha detto che erano sotto choc, barricate in un bar. Fuori dal parlamento europeo hanno sentito degli spari, si sono messi tutti a correre e quando si sono precipitat­e nel locale hanno scoperto che Antonio non era più assieme a loro. Caterina ha detto che l’avevano perso improvvisa­mente per strada e che non riuscivano più a trovarlo...». La verità l’hanno scoperta solo alcune ore dopo, quando una telefonata della Farnesina ha avvisato la famiglia Megalizzi che il ventinoven­ne è ricoverato in gravi condizioni.

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Insieme Dall’alto, Antonio Megalizzi e Clara Stevanato, erano insieme a Strasburgo
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