Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Non si ferma l’anno nero di Ovs Ricavi e guadagni ancora giù
Non si arresta il momento difficile di Ovs, il gruppo dell’abbigliamento guidato da Stefano Beraldo quotato in Borsa, che dopo il crac, la scorsa primavera, della controllata svizzera Sempione si è avvitata in una difficile crisi. Quadro riflesso nei valori del titolo in Borsa, che ha perso il 76% rispetto ad aprile, quando erano arrivate le prime evidenze dalla Svizzera, piombando dai 4,96 euro di soli otto mesi fa agli 1,18 euro di ieri, dopo esser risaliti dal minimo storico del giorno prima di 1,15 euro. Da allora sono stati bruciati 846 milioni di euro di valore, passando dagli 1,1 miliardi ai 264 milioni dichiarati ieri da Borsa Italiana.
I numeri dei primi nove mesi 2018 (da febbraio a ottobre), scontati dal mercato l’altro ieri, sono stati approvati dal cda ieri. Il fatturato netto, depurato dagli effetti collegato al fallimento del gruppo svizzero Sempione, non è andato oltre gli 1,01 miliardi, dunque con una contrazione -1,4% sullo stesso periodo del 2017 (al contrario di Upim, che cresce del 4,2% ma che sul business pesa solo per 170 milioni). Ancor più pesante la situazione se si considerano nei dati l’effetto Sempione: il fatturato perduto sale da 14 a 44 milioni, con il dato complessivo che scende del 4% da 1.117 a 1.073 milioni.
A far da paracadute ad una curva che avrebbe potuto essere peggiore, in un mercato che ha perso il 7%, sembra sia stato soltanto l’effetto del «Black Friday». A remare contro, ancora, le condizioni climatiche anomale che hanno ritardato gli acquisti per la stagione fredda. «Tale condizione è perdurata sino ad oggi – sottolinea Beraldo – e in tale contesto non si ritiene possibile un recupero di quanto perso nel terzo trimestre entro il termine esercizio. Senza significativi cambi di tendenza d’ora in avanti anche il quarto trimestre risulterà in contrazione». Ma in ballo ci sono gli effetti dei social media e di internet. Altre considerazioni vanno svolte sui guadagni, su cui pesano le svalutazioni collegate a Sempione per 56,4 milioni di euro. Nei nove mesi l’ebitda rettificato, senza la Svizzera, è stato di 104,1 milioni, cioè 33,9 in meno dello scorso anno, anche per gli sconti che è stato necessario applicare per tentare di arginare il calo dei ricavi; e pure l’indebitamento è in crescita (440 milioni contro i 334 di un anno fa). Se poi si inserisce la Svizzera l’ebitda scende da 135 a 41 milioni.
Beraldo a questo punto punta su una svolta di Ovs: «La strategia - afferma - sarà caratterizzata dalla fase degli scorsi anni con forte crescita e relativi investimenti ad una fase di crescita maggiormente selettiva caratterizzata da minori investimenti e una maggiore produzione di cassa».