Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Paolo Hendel la prima a Padova: satira e costume
La pièce debutta questa sera al Teatro ai Colli di Padova
Un’evasione dal presente in direzione futuro, senza dimenticare il passato. È con il nuovo spettacolo «Fuga da via Pigafetta» che l’attore e comico Paolo Hendel ha deciso di tornare all’originaria vocazione teatrale che ha segnato i suoi esordi. Porterà la pièce in prima regionale questa sera al Teatro ai Colli di Padova (ore 21, info www.teatroaicolli.it). Nel 1981 l’attore aveva iniziato ad essere conosciuto grazie ad un monologo, «Via Antonio Pigafetta navigatore», che gli aveva permesso di essere notato e raggiungere il successo come ospite fisso a «Mai dire gol», creatura televisiva della Gialappa’s Band, dove era nato il personaggio di Carcarlo Pravettoni, parodia del più cinico e spietato uomo d’affari. Poi tanto cinema d’autore, da “Cavalli si nasce” di Sergio Staino, “Domani accadrà” e “La settimana della sfinge” di Daniele Luchetti e “Paura e amore” di Margarethe von Trotta fino a “Speriamo che sia femmina” di Mario Monicelli. Ma è per i ruoli nei film “Il Ciclone” e “Il pesce innamorato” di Leonardo Pieraccioni che il grande pubblico impara a conoscere Hendel anche per la sua recitazione. Tutto questo senza dimenticare il primo amore, il teatro, interprete de “Il bipede barcollante” (2006), “Il tempo delle susine verdi” (2009), “Molière a sua insaputa” (2011) e “Come truffare il prossimo e vivere felici” (2014), fino a tornare in quella “via” dove è iniziato tutto con «Fuga da via Pigafetta», scritto con Marco Vicari e Gioele Dix, che ne firma anche la regia. La commedia, ambientata in un’immaginaria Italia del futuro, racconta di un uomo che vive da solo in un appartamento gestito da un sofisticato sistema operativo, che pianifica la sua esistenza e lo protegge dal mondo circostante. Le sue giornate sono punteggiate da continui ed esilaranti litigi con il computer, che gli fa da alter ego e pretende di conoscere i suoi bisogni meglio di lui. Polemico e nostalgico, l’uomo ha ridotto al minimo le proprie relazioni umane, convinto che l’unica forma di sopravvivenza sia l’isolamento, al riparo da ogni genere di contaminazione ambientale e morale. Ma in questo scenario in apparente equilibrio, irrompe con forza una figlia (interpretata da Matilde Pietrangelo), che rimetterà le scelte dell’uomo in gioco, come i suoi sentimenti.