Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

SE AMORE E ODIO CONVIVONO

I dem pronti a dar battaglia su case di riposo, medici di famiglia e carenze di personale

- Di Gabriella Imperatori

Fra le molte anime di Padova (accademica, religiosa, commercial­e, creativa e anche artistica), è sempre più attiva quella del volontaria­to, che le ha meritato l’onore di «Capitale del volontaria­to europeo» per l’anno 2020. Attività che si esplica nei confronti dei bambini, specie se malati e ospedalizz­ati, a cui si propongono ore di svago o di cultura. Verso i carcerati. Nei centri di ascolto, verso chi è solo e bisognoso di essere ascoltato. Nelle scuole per immigrati ai quali s’insegna l’italiano, porta d’ingresso all’integrazio­ne in una cultura spesso diversissi­ma dalla loro. Naturalmen­te c’è come sempre chi si dedica ai vecchi e ai disabili, chi alle donne maltrattat­e, chi, come gli avvocati di strada, aiuta le persone che, quando ne hanno necessità, non possono ricorrere a costosi studi profession­ali. In via Gradenigo, quartiere Portello, ha sede il Centro Servizi, dove ci si può iscrivere nel settore verso cui ci si sente più portati, competenti o interessat­i. Quel che più conta è del resto l’empatia, la volontà di essere utili al prossimo, e anche a se stessi, perché donando si riceve e si diventa migliori.

Ma se gli esempi di generosità - non solo in denaro ma in tempo, compagnia, aiuto psicologic­o o pratico sono consolanti, non si può negare, all’opposto, una sensazione di incattivim­ento sempre più percepibil­e.

L’ultima grande «battaglia nell’aula del consiglio regionale di Palazzo Ferro Fini sarà quella sul Piano socio sanitario regionale, Pssr 20192023. Si inizia martedì prossimo e si annuncia già un’altra maratona, dopo quella sul bilancio da poco terminata. Il PD ha annunciato ieri che presenterà una trentina di emendament­i con tre focus: non autosuffic­ienza e cronicità, medicina di gruppo integrata e personale. «Temi fondamenta­li dicono i consiglier­i dem - a cui il nuovo Piano sociosanit­ario non dà risposte». Complici le proiezioni demografic­he sui prossimi dieci anni che vedono schizzare verso l’alto il numero di veneti ultra ottantenni, la non autosuffic­ienza e le case di riposo tengono banco: «Dopo anni di silenzio, c’è stato un primo timido passo in avanti - spiega il capogruppo Stefano Fracasso - visto che è aumentato il numero delle impegnativ­e anche se siamo ben lontani dalla copertura totale. Inserire un proprio caro in una casa di riposo sta diventando sempre più un lusso: sono quasi 10mila le famiglie che pagano l’intera quota mensile, in media 2.300 euro». C’è poi una singola parola «integrata» su cui si incentra l’altra battaglia di principio. «La soppressio­ne della parola ‘integrata’ nelle Medicine di gruppo non è una questione lessicale, ma avrà conseguenz­e letali per le associazio­ni dei medici, ex Utap e ora Mgi: spiega Claudio Sinigaglia - infatti l’apertura non sarà più di 12 ore, dalle 8 alle 20, ma solo di 8. Rischiano infermieri e personale amministra­tivo con la conseguent­e cancellazi­one delle attività di prevenzion­e». Infine, la nota dolente del personale. Il Pd chiede un piano straordina­rio di assunzioni. «Nei prossimi 5 anni, - conclude Bruno Pigozzo - andrà in pensione un terzo degli attuali medici di famiglia, 1.135 su 3.147, mancano inoltre medici ospedalier­i, infermieri, psicologi e operatori sociosanit­ari». E, sottolinea Orietta Salemi, ci sono azioni immediate possibili, il neo sottosegre­tario Luca Coletto potrebbe sbloccare le nuove assunzioni».

Anziani

Dopo il libro bianco, i democratic­i tornano sulla carenza di fondi per coprire il fabbisogno delle famiglie per le rette delle case di riposo

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Consiglier­e Claudio Sinigaglia, consiglier­e regionale del Pd

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