Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
SE AMORE E ODIO CONVIVONO
I dem pronti a dar battaglia su case di riposo, medici di famiglia e carenze di personale
Fra le molte anime di Padova (accademica, religiosa, commerciale, creativa e anche artistica), è sempre più attiva quella del volontariato, che le ha meritato l’onore di «Capitale del volontariato europeo» per l’anno 2020. Attività che si esplica nei confronti dei bambini, specie se malati e ospedalizzati, a cui si propongono ore di svago o di cultura. Verso i carcerati. Nei centri di ascolto, verso chi è solo e bisognoso di essere ascoltato. Nelle scuole per immigrati ai quali s’insegna l’italiano, porta d’ingresso all’integrazione in una cultura spesso diversissima dalla loro. Naturalmente c’è come sempre chi si dedica ai vecchi e ai disabili, chi alle donne maltrattate, chi, come gli avvocati di strada, aiuta le persone che, quando ne hanno necessità, non possono ricorrere a costosi studi professionali. In via Gradenigo, quartiere Portello, ha sede il Centro Servizi, dove ci si può iscrivere nel settore verso cui ci si sente più portati, competenti o interessati. Quel che più conta è del resto l’empatia, la volontà di essere utili al prossimo, e anche a se stessi, perché donando si riceve e si diventa migliori.
Ma se gli esempi di generosità - non solo in denaro ma in tempo, compagnia, aiuto psicologico o pratico sono consolanti, non si può negare, all’opposto, una sensazione di incattivimento sempre più percepibile.
L’ultima grande «battaglia nell’aula del consiglio regionale di Palazzo Ferro Fini sarà quella sul Piano socio sanitario regionale, Pssr 20192023. Si inizia martedì prossimo e si annuncia già un’altra maratona, dopo quella sul bilancio da poco terminata. Il PD ha annunciato ieri che presenterà una trentina di emendamenti con tre focus: non autosufficienza e cronicità, medicina di gruppo integrata e personale. «Temi fondamentali dicono i consiglieri dem - a cui il nuovo Piano sociosanitario non dà risposte». Complici le proiezioni demografiche sui prossimi dieci anni che vedono schizzare verso l’alto il numero di veneti ultra ottantenni, la non autosufficienza e le case di riposo tengono banco: «Dopo anni di silenzio, c’è stato un primo timido passo in avanti - spiega il capogruppo Stefano Fracasso - visto che è aumentato il numero delle impegnative anche se siamo ben lontani dalla copertura totale. Inserire un proprio caro in una casa di riposo sta diventando sempre più un lusso: sono quasi 10mila le famiglie che pagano l’intera quota mensile, in media 2.300 euro». C’è poi una singola parola «integrata» su cui si incentra l’altra battaglia di principio. «La soppressione della parola ‘integrata’ nelle Medicine di gruppo non è una questione lessicale, ma avrà conseguenze letali per le associazioni dei medici, ex Utap e ora Mgi: spiega Claudio Sinigaglia - infatti l’apertura non sarà più di 12 ore, dalle 8 alle 20, ma solo di 8. Rischiano infermieri e personale amministrativo con la conseguente cancellazione delle attività di prevenzione». Infine, la nota dolente del personale. Il Pd chiede un piano straordinario di assunzioni. «Nei prossimi 5 anni, - conclude Bruno Pigozzo - andrà in pensione un terzo degli attuali medici di famiglia, 1.135 su 3.147, mancano inoltre medici ospedalieri, infermieri, psicologi e operatori sociosanitari». E, sottolinea Orietta Salemi, ci sono azioni immediate possibili, il neo sottosegretario Luca Coletto potrebbe sbloccare le nuove assunzioni».
Anziani
Dopo il libro bianco, i democratici tornano sulla carenza di fondi per coprire il fabbisogno delle famiglie per le rette delle case di riposo