Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Dal capitale umano alla filantropi­a delle idee

Mazzucco: «Spazi diversi di intervento». Bauli (Confindust­ria): «Valore all’impresa»

- Zuin

Meno elargizion­i, più progetti mirati. Passando, detta da Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo, «dal finanziame­nto dei progetti a quello dei processi, come veri agenti di sviluppo». La svolta verso le «Fondazi0ni 2.0», mettendo al centro degli investimen­ti il capitale umano e quella che è stata definita la filantropi­a delle idee, è stata delineata ieri a Verona, al Teatro Ristori, nel convegno «Capitale umano, infrastrut­ture, sviluppo», voluto da Fondazione Cariverona. «Il ruolo delle Fondazioni vuole essere diverso: ci sono più spazi concreti di intervento», ha detto il presidente di Cariverona, Alessandro Mazzucco.

Le Fondazioni bancarie stanno cambiando pelle: meno elargizion­i a pioggia e più progetti mirati a sostenere i produttori di Pil; meno welfare sussidiari­o in senso classico, che pure rimane una delle ragioni sociali fondanti, e più attenzione allo sviluppo e alla ricerca applicata. Per dirla con le parole di Francesco Profumo, pioniere di questa trasformaz­ione alla testa della Compagnia di San Paolo: «Siamo passati dalla filantropi­a tradiziona­le alla filantropi­a delle idee. Insomma, bisogna metterci il cervello».

Cariverona, dal canto suo, si è messa al traino della svolta verso le «Fondazioni 2.0», e lo ha fatto chiamando a dibattito ieri al teatro Ristori alcune voci tra le più rappresent­ative del mondo dell’industria, della ricerca e dell’economia reale, per lanciare la sfida su tre temi portanti: capitale umano, infrastrut­ture e sviluppo.

L’obiettivo è stato subito indicato dal presidente Alessandro Mazzucco, nel suo intervento introdutti­vo: «Qui non è in discussion­e il valore della carità verso il prossimo, ma il ruolo delle Fondazioni vuole essere diverso, ci sono spazi ben più concreti di intervento. Abbiamo davanti un tema molto attuale - ha aggiunto Mazzucco -: il disimpegno verso la gestione della cosa pubblica, un atteggiame­nto sbagliato e che lascia spazio ad azioni sbagliate. Perciò dobbiamo far crescere la ricchezza per sconfigger­e la povertà, con un’assunzione di responsabi­lità a tutti i livelli. In questo processo, le Fondazioni bancarie non si tireranno indietro: non solo per dare un sostengo finanziari­o ma anche per generare idee che possano diventare struttural­i».

Stimolati dalle domande del direttore del Corriere del Veneto-corriere di Verona, Alessandro Russello («Noi crediamo nei saperi e nelle competenze - ha detto -, vanno utilizzate parole giuste e importanti per interpreta­re i fenomeni e le tendenze»), i quattro protagonis­ti del confronto non si sono tirati indietro. Michele Bauli, presidente di Confindust­ria Verona, ha tracciato le coordinate economiche del momento: «Ci muoviamo in un contesto globale, dove i cinesi si sono svegliati e gli indiani anche. Il nuovo mondo traina un’economia molto vivace, mentre l’europa fatica ad adattarsi ai cambiament­i e l’italia cresce meno di tutti». Segue stoccata: «Il lavoro lo danno le imprese ma con la politica economica di questo governo non c’è modo di creare lavoro. Invece del reddito di cittadinan­za ai disoccupat­i, forse i soldi sarebbe meglio darli alle imprese, che quei disoccupat­i potrebbero poi assumere. Le infrastrut­ture? Sono convinto che alla fine si faranno».

Che l’italia - e pure il Nordest - arranchi, è confermato dalle indagini condotte da Fondazione Nordest. Il direttore scientific­o Carlo Carraro, ex rettore di Ca’ Foscari, va dritto al punto: «Il Pil di questa parte d’italia ha recuperato i livelli pre crisi ma si sentono già i primi scricchiol­ii, nell’export e nella produzione». Dove sta il problema? È annidato nel fatto che il nostro indice di competitiv­ità, a differenza del Pil, non è allineato con quello dei Paesi più performant­i, in particolar­e alle voci capitale umano, efficienza della PA e applicazio­ne delle

Il dibattito

Cariverona chiama imprese e università a confrontar­si su sviluppo e territorio

Mazzucco Dobbiamo far crescere la ricchezza per sconfigger­e le povertà

Minali

Il capitale umano è il “sole” attorno al quale gira tutta l’azienda

Bauli

Il lavoro lo danno le imprese, ma la politica economica del governo non crea lavoro

Carraro

Al Nordest si è ripreso il Pil ma l’indice di competitiv­ità rimane basso

nuove tecnologie. «Sotto questo aspetto - sottolinea Carraro - abbiamo dovuto registrare un peggiorame­nto negli anni. Solo Trentino e Lombardia, tra le regioni italiane, sono in controtend­enza: crescono e attraggono capitale umano, cosa che il Nordest non riesce a fare a sufficienz­a».

Ed è proprio sul valore strategico del capitale umano che l’ad di Cattolica assicurazi­oni, Alberto Minali, pone l’accento: «Per evitare che un’azienda diventi “povera” bisogna far sì che il suo capitale umano faccia esplodere le sue potenziali­tà. È il sole attorno al quale gira tutta l’azienda. In Cattolica è avvenuta un’autentica trasformaz­ione culturale, attraverso la mappatura delle competenze, anche digitali, di ognuno: a ciascuna è stato associato un valore, in senso meritocrat­ico».

Qual è allora il contributo specifico che le Fondazioni bancarie possono dare all’interno di questa sfida. Francesco Profumo (Compagnia di San Paolo) ha già applicato la ricetta: «Passiamo dal finanziame­nto dei progetti a quello dei processi, come veri agenti di sviluppo».

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A Verona Il convegno «Capitale umano, infrastrut­ture, sviluppo»
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(foto Satori) Il dibattitoD­a sinistra Michele Bauli, Alberto Minali, Francesco Profumo, Alessandro Mazzucco, Alessandro Russello e Carlo Carraro
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