Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dopo vent’anni, addio alla festa di Medicina «Tante responsabilità, pressioni, burocrazia». Gli organizzatori mollano l’evento
Fine della festa. Dopo aver tagliato il traguardo dei vent’anni, la Festa di Medicina è arrivata ai titoli di coda: ad annunciarlo sono stati i promotori del grande evento universitario nato nel 1999, che ogni anno a maggio richiamava in Fiera migliaia di giovani per una notte all’insegna del divertimento e della solidarietà. Giovedì l’associazione «Studenti e professori di Medicina uniti per» ha consegnato il ricavato dell’ultima edizione a Cuamm-medici con l’africa, che userà la donazione di 14.500 euro per realizzare dei centri di assistenza nel Sud Sudan. Prima la soddisfazione per aver devoluto in beneficenza 300 mila euro in vent’anni, poi il messaggio su Facebook per annunciare che «non ci sarà una ventunesima edizione. Purtroppo - si legge - la burocrazia è diventata più complessa, le responsabilità sempre maggiori e l’organizzazione non più compatibile con i ritmi di un normale studente». Il grande salto risale al 2013, quando la Festa traslocò dal Cus alla Fiera e iniziò a registrare cinquemila presenze all’anno. «Per un po’ siamo riusciti a tenere il passo, poi la burocrazia è aumentata e il ricambio generazionale è calato - spiega Matteo Drigo, il promotore dell’edizione 2018 -. Conciliare studio e organizzazione della festa è diventato sempre più difficile, tanto che da marzo a giugno non ho praticamente aperto un libro. Noi abbiamo sempre voluto fare tutto secondo legge, ma oggi ci sono più controlli e più pressioni: o sei un professionista o gestire questi eventi è impossibile». Come ogni festa, anche quella di Medicina ha registrato qualche eccesso: «Ci siamo ritrovati esposti e in parte ignari delle conseguenze legate a un evento di questa portata. Pur di fare beneficenza ci siamo presi qualche rischio, ma ora non ci sentiamo più tranquilli». Il pensiero corre alla tragedia di Corinaldo: «Sapere che l’evento era gestito da professionisti mi ha colpito molto. Per noi che siamo semplici volontari sarebbe stato un colpo terribile». Archiviata la Festa, resteranno gli eventi collaterali come i tornei di calcio: «Gli studenti sono un po’ tristi ma hanno capito. Speriamo che in futuro nasca qualche altra iniziativa».