Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il giallo di Mary «Cercatela ancora»

Quasi sei anni di indagini senza risultati

- E.P. - S.ben.

All’appuntamen­to con il fidanzato, Marianna, non si è mai presentata. E da quella sera del 27 febbraio del 2013, i suoi genitori non l’hanno più rivista. «Le indagini purtroppo sono state archiviate, avevamo presentato prove concrete ma non sono state considerat­e - spiega papà Pierfrance­sco Cendron -. Noi ci auguriamo che stia bene, che sia da qualche parte, chissà dove. Ci basterebbe un cenno: anche se non volesse più vederci». Perché all’epoca della scomparsa, Marianna, nonostante la giovanissi­ma età (aveva appena 18 anni, compiuti il novembre precedente) se ne era già andata da casa dei genitori adottivi. Marianna e il fratello, infatti, sono originari della Bulgaria, Paese nel quale si è supposto che la giovane possa essere tornata per riunirsi (ed è una delle ipotesi emerse nel corso degli anni, sia pure senza riscontri oggettivi) alla famiglia di origine. «Stava male ma non voleva curarsi. Non eravamo d’accordo ma era ospitata da un vicino di casa, qui a Paese, lavorava al Golf club di Salvarosa di Castelfran­co prosegue il padre -. E quella sera doveva trovarsi con il fidanzato, dopo il lavoro. Ma non è mai arrivata all’appuntamen­to. No, non è tornata in Bulgaria: siamo in contatto con i suoi parenti e anche loro non sanno più dove sia».

Oggi, Marianna - se ancora viva - ha 23 anni. E papà Pierfrance­sco e mamma Emilia non hanno mai smesso di cercarla: «Speriamo solo di poter sapere che sta bene».

Una speranza si era riaccesa poco a più di un anno dalla sparizione, quando su Facebook spuntò un profilo geolocaliz­zato nella città di Sumes, centomila abitanti a circa un centinaia di chilometri dal Mar Nero. «Sono Marianna, ora vivo in Bulgaria» sosteneva la presunta Mary apparsa sui social. Ma niente portò alla 18enne residente a Paese: anche in quell’occasione prevalse la pista dell’impostore.

La procura di Treviso ne è certa: ogni elemento è stato passato in rassegna, niente è stato trascurato. E le istanze della famiglia adottiva di Marianna non sono mai state sottovalut­ate. «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, e anche di più – ha spiegato il pubblico ministero trevigiano Massimo De Bortoli -, ma non c’era alcun elemento per continuare a indagare. Siamo comunque sempre pronti a riaprire il caso se dovessero emergere nuovi elementi».

Un caso, quello di Marianna Cendron, forse destinato a restare senza un perché. Sebbene anche un’esperta come la criminolog­a Roberta Bruzzone (vedi il servizio a lato) ne sia certa: «La sua non è certamente stata una sparizione volontaria».

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Il mistero Mary manca da casa ormai da cinque anni

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