Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Gabbiani aggressivi turisti feriti a Venezia

Lo studio: fanno più fatica a trovare il cibo e lo tolgono di mano alle persone

- Lorenzini

I gabbiani si sono ridotti del 20 per cento a Venezia. Merito della nuova raccolta rifiuti che ha tolto i sacchi dalle calli. Ma i gabbiani rimasti, trovando meno cibo, sono diventati più aggressivi e talvolta mandano i turisti in ospedale.

Almeno in due negli ultimi mesi sono finiti in ospedale per le ferite e molte di più si sono fatte medicare. La più grave è stata una mamma di Campalto che mentre portava una noce alla bocca si è vista piombare addosso un gabbiano che l’ha colpita sul labbro. L’episodio è successo ai piedi del ponte di Calatrava. Ma i gabbiani colpiscono in tutte le zone della città, da Santi Giovanni e Paolo a Santa Margherita, per non parlare dell’area marciana e della riva degli Schiavoni. E sono sempre più aggressivi. Il motivo? Con il nuovo sistema della raccolta dei rifiuti porta a porta è sparito il cibo di facile disponibil­ità e i gabbiani, specie che si adatta facilmente ai cambiament­i dell’ambiente, hanno escogitato nuove strategie. Prima tra tutte quella di strappare il cibo dalle mani dell’uomo: il più delle volte l’animale ha un’ottima mira ma può succedere che qualcosa vada storto.

La svolta aggressiva è uno dei risultati emersi dalla ricerca di Corila e Museo di Storia Naturale in collaboraz­ione con Veritas e condotta dalla ricercatri­ce Francesca Coccon. L’indagine era finalizzat­a a capire l’impatto della nuova raccolta porta a porta introdotta tra l’altro anche allo scopo di contenere il problema dei

gabbiani che sempre più numerosi ogni mattina rompevano i sacchetti delle immondizie spargendo sporco tra le calli. «L’indagine ha mostrato un calo del 20 per cento della popolazion­e dei gabbiani, ma ha mostrato anche un cambiament­o nelle tecniche di procurarsi il cibo: ora scippano il cibo dall’uomo, attaccaoss­ervazioni no colombi e rondini, o si danno alla mendicanza», dice Coccon. Il dato emerge dal confronto tra la popolazion­e registrata nel 2017 in due sentieri campione, Santa Croce e Dorsoduro e i numeri dell’indagine del 2018.

Le rilevazion­i dello scorso anno sono state estese anche a Cannaregio e Castello con dirette da terrazze e campanili e lungo le strade elaborate poi con metodi statistici. Lo studio ha permesso di stimare in 456 le coppie di gabbiani in città, moltissime se si confrontan­o con le 24 rilevate nel 2005, poche se si confrontan­o con quelle monitorate prima dell’inizio della raccolta porta a porta. «La nuova raccolta dei rifiuti ha migliorato la situazione ma il problema non è certo risolto per questo sarebbe importante proseguire con i monitoragg­i, la continuità nei dati è fondamenta­le perché non si può gestire un problema senza conoscerlo», aggiunge Coccon.

Ad esempio non si sa dove sia finito quel 20 per cento di popolazion­e che ha lasciato la città in cerca di cibo. Le tecniche di indagine sono state sperimenta­te in città per la prima volta: vengono da Pisa, dal professore Emilio Baldaccini. «Proseguire i monitoragg­i è importante per mettere in pratica nuovi interventi – spiega Pierpaolo Campostrin­i del Corila – se vogliamo diminuire ancora la presenza e i comportame­nti aggressivi che i gabbiani stanno sviluppand­o è necessario che alle azioni suggerite dagli studiosi si accompagni­no monitoragg­i. È grazie ai numeri che si è potuto dimostrare che la nuova raccolta dei rifiuti funziona e in che misura». I risultati saranno raccontati sabato nell’incontro «Il gabbiano reale a Venezia una convivenza possibile?». L’appuntamen­to è al Museo di Storia Naturale alle 10. Ci saranno anche laboratori per bambini dai 6 agli 11 anni.

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(Pattaro Vision) Piazza San Marco Un gruppo di turisti orientali attaccati dai gabbiani

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