Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bisoli-foscarini-bisoli, il valzer che non paga Il Padova va meglio, la classifica è peggiore
Tanti cambiamenti, anche sul mercato, ma la squadra è sempre ultima: la salvezza è un miraggio
Bisoli uno, Foscarini, Bisoli due. Il prodotto, però, purtroppo per il Padova, non cambia, o non cambia quanto si potrebbe auspicare per lasciarsi alle spalle un ultimo posto che pesa. Per ora sono tre le diverse gestioni a cui è stata affidata la squadra. La prima, durata undici giornate, ha portato in dote 8 punti con una vittoria, cinque pareggi e cinque sconfitte. La media punti era di 0,73 ogni novanta minuti, con una proiezione a fine stagione di appena 26 punti all’attivo. Dieci gol fatti, diciotto subiti, l’unico sorriso stagionale rappresentato dall’1-0 casalingo alla seconda giornata col Venezia, l’ultimo pareggio per 0-0 nel derby col Cittadella che era costato il posto a Bisoli. Al momento del primo ribaltone, la squadra era al quart’ultimo posto appaiata al Cosenza (ma con una peggiore differenza reti in attesa dello scontro diretto) e a quattro lunghezze da Crotone, Cremonese e Venezia. Il Foggia, appena dietro a quota sette, aveva ancora otto punti di penalizzazione per il caso pagamenti in nero, due dei quali tolti successivamente dalla Corte Federale d’appello.
Claudio Foscarini ha fatto peggio del suo predecessore. Subito un successo esterno ad Ascoli per 3-2, che rimane l’unico della stagione del Padova lontano dall’euganeo, poi una sfilza di sconfitte (cinque, contro Carpi, Cosenza, Palermo, Lecce e Benevento) e un ruolino di marcia davvero negativo con sette gol fatti e dodici subiti e una media di 0,50 punti a partita. Il ko interno col Benevento costò al tecnico trevigiano l’esonero, con la squadra ultima in classifica con 11 punti, a sette di distacco dalla zona salvezza: il sestultimo posto, a fine dicembre, era occupato dal Cosenza a quota 18.
E così, ecco il Bisoli — bis, che dura fino a questo momento da quattro incontri. La media punti è migliorata (1,25 a partita), il ruolino di marcia recita una vittoria per 3-0 col Verona, due pareggi (1-1 a Livorno e 0-0 contro la Salernitana) e una sconfitta (2-1 nel derby di Venezia). Cinque i gol segnati e tre subiti, con un significativo miglioramento del rendimento difensivo complice anche un ampio ricambio di uomini avvenuto sul mercato di gennaio, ma anche con un ulteriore peggioramento nel distacco dalla zona salvezza. Dopo lo 0-0 casalingo di sabato scorso contro la Salernitana, infatti, il sestultimo posto (quello che garantirebbe la permanenza in Serie B senza dover ricorrere agli spareggi playout) dista adesso ben otto punti (il Cosenza è a 24, il Padova a 16). Insomma, la luce in fondo al tunnel è ancora ben lontana dall’intravedersi all’orizzonte e per salvarsi serve indiscutibilmente un cambio di passo.
Vero è che il calendario lascia ancora ben aperte le porte della speranza, quantomeno in ottica playout. Dopo la trasferta di domani a Cremona, sono in programma una serie di scontri diretti, che andranno in scena tutti all’euganeo, salvo quello col Carpi, che si disputerà al Cabassi il prossimo 6 aprile: sabato 16 febbraio è, infatti, atteso il Foggia, domenica 3 marzo il Crotone, sabato 13 aprile il Cosenza, sabato 11 maggio il Livorno. Per la permanenza in Serie B serve, qua e là, fare bottino pieno. Ad oggi sono appena tre le vittorie conquistate in campionato. Poche, troppo poche, per sperare di salvare la pelle.