Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Capodanno Cinese Due comunità unite dai valori
Oggi il clou delle celebrazioni. Le somiglianze tra le comunità Picci: «Il maiale rappresenta onestà e solidità, ma anche qualcuno collerico» Picci, direttore dell’istituto Confucio: «Un popolo che ha saputo integrarsi»
Il Capodanno cinese è la nuova tendenza. Centinaia di persone tra piazze e strade a festeggiare, in tutto il Nordest. La ricorrenza è il 5 febbraio, il clou degli eventi sarà oggi.
Fulcro della festa e della comunità cinese è il Veneto, soprattutto Padova con l’istituto Confucio e Venezia, dove le gesta di Marco Polo hanno lasciato una storica fascinazione verso l’oriente.
Tra i massimi studiosi della Cina, c’è il professor Giorgio Picci, direttore dell’istituto Confucio all’università di Padova, da tempo è impegnato per fare conoscere la cultura cinese.
Professor Picci, perchè il Capodanno cinese è diventato così importante anche qui nel Veneto?
«In Cina è una manifestazione di primo piano, paragonabile al nostro Natale, con feste gigantesche per le strade e nelle famiglie. Qui da noi l’oriente è poco conosciuto, le scuole non se ne occupano, nonostante sia una realtà importante, la Cina è la seconda potenza mondiale. Come Istituto Confucio ci siamo dati da fare. E adesso il Capodanno cinese è un evento molto sentito anche nel Veneto. Si fa festa insieme, le due comunità si mescolano».
Quanto ha influito l’eredità di Marco Polo nel creare attenzione verso la Cina?
«Il fascino di Marco Polo ha ancora una sua forza e suggestione. Ma ci sono state iniziative che hanno contribuito a fare conoscere e amare l’oriente, come il grande convegno a palazzo Maldura Padova di Istituto Confucio e Università di Padova su Padova e il Catai. Non dimentichiamo che non c’è stato solo Marco Polo. In Veneto abbiamo un altro esempio di pari importanza, il francescano Odorico Da Pordenone che si avventurò in Cina nel 1270 e al suo ritorno si ritirò nel monastero della Basilica del Santo di Padova, dove scrisse il celebre trattato Relatio delle cose meravigliose d’oriente. Padre Bertazzo ne ha curato la traduzione dal latino.uno scritto quasi contemporaneo al Milione di Marco Polo»
Ci sono somiglianze tra la comunità veneta e la comunità cinese?
«Sì. Sono due popoli che sono grandi lavoratori, nello stesso modo. Questa è una somiglianza. Poi c’è il culto della famiglia, centrale sia per i Veneti che per i cinesi»
Perchè la comunità cinese, a differenza di altre, si è subito integrata ed è stata accettata così bene?
«I cinesi sono persone molto affabili, gentili e rispettose. Questo ha senz’altro contribuito a renderli graditi anche nell’incontro con altre comunità. Io ho stretto amicizie profonde con persone di etnia cinese, umanamente sanno dare molto. Certo poi negli affari sono guardinghi e hanno un fortissimo senso del business: imbrogliare un cinese è difficilissimo. Si può dire che sono ossessionati dal lavoro e dalla carriera»
Questo Capodanno cinese è nel segno del maiale, cosa significa?
«I 12 segni zodiacali cinesi hanno tutti un animale protagonista e derivano dal buddismo per cui gli animali sono la reincarnazione dell’uomo. Il maiale significa onestà e solidità, ma rappresenta anche qualcuno un po’ collerico»
Cosa le ha insegnato il popolo cinese?
«Confucio parlava di armonia e di rispetto. Nella sua epoca c’era il caos, battaglie e conflitti tra signorie. Cercò di riportare l’ordine con la convivenza pacifica. Una filosofia che mi ricorda Platone. Principi utili anche oggi, nel mondo Occidentale»