Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Massive Attack A Padova l’ipnosi di «Mezzanine»
Padova, stasera alla Kioene Arena il live dedicato al mitico album
«Un lavoro notevole e coeso, il nostro viaggio cerebrale da incubo più nostalgico e personale». Con queste parole Robert «3D» Del Naja anticipa il concerto «Mezzanine XX1» che questa sera riempirà la Kioene Arena di Padova della musica ipnotica dei Massive Attack (ore 21, info www.zedlive.com). Proprio intorno all’album capolavoro della band che ha inventato il «Bristol Sound», ruoterà il live di oggi, a metà tra concerto e performance artistica, un evento che guarderà dentro e intorno a quel sogno allucinato fatto d’elettronica che fu «Mezzanine» (1998), rivisto con gli occhi di oggi e aggiornato per i 20 (più uno) anni dalla pubblicazione. Robert «3D» Del Naja e Grant «Daddy G» Marshall hanno il dono di un carisma magnetico, che viene restituito nell’ascolto degli album (cinque in trent’anni di attività non li rendono
Sul palco Un concerto enigmatico che si trasforma in performance
il gruppo più prolifico della storia) ma che offre il meglio di sé proprio sul palco, quando le canzoni incise dalla band diventano parte integrante di una narrazione visiva in cui fanno parti luci, laser, megaschermi, scritte e soluzioni high tech.
Il progetto dei Massive Attack è nato nel 1988 e cresciuto in un’ottica progressiva, con un gruppo strutturato in maniera tale da formare una sorte di collettivo musicale nel quale, affianco ai due fondatori Del Naja e Marshall, hanno suonato e cantato diversi musicisti da Tricky (protagonista di una carriera solista di livello) ad Horace Andy, da Tracey Thorn a Sinead O’connor. Questa sera il centro di tutto sarà «Mezzanine» ma non bisogna aspettarsi la riproposizione nostalgica del disco. Le canzoni dell’album ci saranno tutte, ma l’album sarà decostruito e re-immaginato, cambiando l’ordine della scaletta e aggiungendo cover, alle volte sorprendenti, sempre inserite in percorso narrativo e condotte a quel trip hop fatto di dub e hiphop, rock e new wave.
Le cover che spazieranno da I found a reason dei Velvet Underground (con cui si aprirà il live) a Bela Lugosi’s dead dei Bauhaus, fino a Where have all the flowers gone? di Pete Seeger, faranno da collante al tessuto creato dalle varie Risingson, Exchange, Dissolved girl, Angel e la hit Teardrop, spesso riducendosi a citazioni o sample. Una narrazione in cui la musica suonata risulterà indivisibile dai visual di Adam Curtis e dall’arte di Mario Klingemann.
Sul palco, in penombra, suoneranno in sette, compreso Robert Del Naja: doppia tastiera, chitarra e batteria, oltre al basso. Gli altri cantanti (Marshall, Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins e Horace Andy) si uniranno alla performance solo quando necessario. Nessuna interazione con il pubblico e nessuna piaggeria per chi vedrà lo spettacolo: ma un’ora e quaranta di performance onirica e tetra nella quale (se sarà rispettato il canone della tournée) non ci sarà spazio neppure per i bis.