Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

E al Cnr l’incontro con gli scienziati in protesta «Siete il nostro petrolio»

- Silvia Moranduzzo Michela Nicolussi Moro

scoperto l’amore per il diritto – ha detto Casellati –. E sono orgogliosa di aver frequentat­o un’università nata dal moto spontaneo degli studenti che chiedevano a gran voce un’istruzione superiore. Quegli stessi studenti che hanno guidato la città nella lotta all’oppressore straniero, che hanno meritato la medaglia d’oro alla Resistenza. Le istituzion­i hanno il dovere di investire nel sapere – ha aggiunto – nell’interesse di tutti, ma soprattutt­o dei più giovani».

A porre l’accento sulle assunzioni e sui potenziame­nti del Bo è stato il direttore generale Alberto Scuttari che ha sottolinea­to come parte del personale tecnico amministra­tivo abbia potuto avanzare di carriera e come l’università sia riuscita ad assumere nuove leve. «Abbiamo bandito 45 concorsi per il personale tecnico amministra­tivo assumendo 95 persone – ha detto Scuttari – In due anni abbiamo aumentato gli investimen­ti edilizi del 30 per cento, quelli in favore degli studenti del 20 per cento e quelli per la manutenzio­ne del 53 per cento». Durante la cerimonia è stato svelato anche il logo che celebrerà gli 800 anni del Bo, un traguardo al quale l’ateneo già si sta preparando bandendo concorsi e coinvolgen­do tutta la città. A concludere la mattina è stato il professor Marco Borga, docente di Idraulica forestale, che ha tenuto una lectio magistrali­s sui cambiament­i climatici.

«E’ stata una giornata di apprendime­nto». Si è congedata così, Elisabetta Casellati, dai ricercator­i del Cnr. Quelli che ieri a Padova l’hanno accompagna­ta nella visita ai laboratori per la ricerca sulla fusione del Consorzio RFX (riunisce lo stesso Cnr, Enea, l’istituto nazionale di Fisica nucleare, l’università e Acciaierie Venete) e quelli che hanno animato un sit-in di protesta. Reggendo lunghi striscioni («Laboratori Cnr fatiscenti» e «Cnr, sì alla scienza no alla fatiscenza), una quarantina di scienziati ha aspettato la presidente del Senato per consegnarl­e un documento riassuntiv­o dei problemi legati alla carenza di finanziame­nti.

«Primo fra tutti le strutture — ha spiegato il portavoce Francesco Tisato — tre anni fa era stato deliberato un nuovo edificio(costo 10/12 milioni di euro, ndr) dal cda del Centro, che però quest’estate ha fatto dietrofron­t. E così dobbiamo restare in ambienti freddi d’inverno, caldi d’estate e poco sicuri. Per di più siamo costretti a usare i già pochi fondi per la ricerca, negli ultimi dieci anni impietosam­ente decurtati, per pagare le utenze e il materiale di cui abbiamo bisogno». La Casellati ha fatto uno strappo al rigido cerimonial­e e si è diretta verso il drappello. «Non ho l’abitudine di fare promesse, ma mi informo e vi saprò dire — ha esordito —. Lasciatemi i vostri riferiment­i e vedrò quello che posso fare. Non mi piace dire sì sì, voglio prima capire che aria tira, perciò ho preferito sentire da voi le ragioni del disagio. Mi ha fatto piacere ascoltarvi».

Qualche minuto prima la presidente aveva visitato il padiglione dove è in via di costruzion­e il primo reattore sperimenta­le al mondo, una sorta di «accendino» che nel 2023 sarà acceso per avviare la produzione di energia creata grazie al riscaldame­nto del plasma, la materia di cui è fatto il sole. E’ il progetto «Iter» (valore 20 miliardi di euro), che oltre al Consorzio RFX (160 tra ricercator­i e tecnici) coinvolge Cina, Giappone, India, Corea del Sud, Russia, America e Ue e punta a creare una fonte inesauribi­le di energia pulita. «E’ davvero una struttura d’eccellenza — ha osservato Casellati, accolta con un gran mazzo di fiori «tricolore», una targa, un mappamondo e il cd con le tesi dei dottorandi in dono —. Quando vado in giro per il Paese ne trovo molte, qui si esprime al meglio l’orgoglio italiano. Si fa ricerca, innovazion­e ma anche formazione, con riflessi che coprono tutti gli ambiti della cultura. Sono spesso all’estero e ovunque riscontro una grande stima nei confronti degli italiani, superiore a quella che noi abbiamo di noi stessi. Ci sono eccellenze italiane in tutte le articolazi­oni del sapere, della scienza e della cultura. Dobbiamo avere la consapevol­ezza che qui ci sono tanti, tanti talenti e dobbiamo poterceli tenere — ha ammonito —. Bisogna investire nella ricerca, nell’università, nella cultura, che è il nostro petrolio». 3 5

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