Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Prima spallata, Bergamin tiene botta Dimissioni: solo in dieci dal notaio

Ma il sindaco resta in bilico e vede i segretari di Fi e Lega: «Siamo in alto mare»

- Nicola Chiarini

Va a vuoto il primo tentativo dell’opposizion­e di affondo dal notaio, ma la partita delle possibili dimissioni in massa per sfiduciare Massimo Bergamin resta aperta, insieme alle trattative nel centrodest­ra da cui dipendono le sorti del sindaco re. Attorno alle 15, Bergamin si è visto con Piergiorgi­o Cortelazzo e Fausto Dorio, responsabi­li provincial­i rispettiva­mente di Forza Italia (Fi) e Lega. La situazione resta critica, non solo per la quadra, al momento mancata, sulla ricostituz­ione della giunta, azzerata da Bergamin lo scorso 31 gennaio. «Se siamo in alto mare? Siamo in mezzo all’oceano» si lascia scappare Cortelazzo, di solito misurato nelle espression­i.

E le difficoltà sarebbero ancora più accentuate sul terreno delle società partecipat­e, rispetto alle quali Fi e Lega, insieme a Obiettivo Rovigo (Or) (in maggioranz­a non si lamenta la sola Presenza cristiana), hanno ribadito l’urgenza di rivedere i vertici di Ecoambient­e, rilanciare Iras (l’ente che gestisce le case di riposo comunali) commissari­ato da tre anni e, soprattutt­o, cambiare la governance di Asm Rovigo Spa, in capo all’imprendito­re Alessandro Duò, ultimo vero alleato di Bergamin e da lui molto ascoltato. L’ipotetica rottura con Duò è forse lo scoglio più duro per il sindaco. Ma il tema sarebbe stato rinnovato con forza, a maggior ragione dopo la richiesta, fatta dall’azienda a intera partecipaz­ione comunale, di avviare selezioni pubbliche per coprire quattro posizioni vacanti in organigram­ma, tra cui quella di direttore generale. Prospettiv­a criticata della consiglier­a d’opposizion­e Silvia Menon (Lista Menon), convinta dell’inopportun­ità di individuar­e una figura apicale in un momento così delicato.

E Menon era tra i 10 consiglier­i che ieri alla spicciolat­a, a partire da poco prima delle 18, si sono presentati dal notaio Amerigo Santoro, contattato da Nadia Romeo, capogruppo Pd. Hanno varcato la soglia i tre consiglier­i della Lista Menon, quattro del Pd su cinque (assente Andrea Borgato, fuori città per lavoro), gli indipenden­ti Alberto Borella (ex Or) e Daniela Goldoni (ex Lega), Francesco Gennaro (M5S). Quest’ultimo ha precisato di trovarsi dal profession­ista per motivi propri e per pura coincidenz­a con gli altri. Al termine dell’incontro col notaio, finito attorno alle 19, bocche cucite. Per mandare a casa il sindaco servono almeno 17 firme e, dunque, vanno ricercate altre 7 disponibil­ità, perché l’operazione riesca. In zona è passato, senza fermarsi, Paolo Avezzù, leader di Or, per proseguire verso la sede di Fi per la riunione con Cortelazzo e i maggiorent­i del partito. Avezzù non è rimasto fino alla fine, per motivi personali, a differenza degli altri di Or. Or, pur con un proprio gruppo consiliare già uscito dalla maggioranz­a a differenza di quello di Fi, fa riferiment­o al partito azzurro. «I consiglier­i che si riferiscon­o a noi non si presterann­o a manovre dal notaio» assicura Cortelazzo. Oggi si riunirà la Lega, mentre a inizio settimana (molto probabilme­nte lunedì) si ritroveran­no per un incontro, forse davvero risolutivo, Bergamin, Cortelazzo e Dorio.

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Solitudine­Il sindaco di Rovigo, Massimo Bergamin, non ha più giunta ed è sotto il pressing di alleati e avversari

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