Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Prima spallata, Bergamin tiene botta Dimissioni: solo in dieci dal notaio
Ma il sindaco resta in bilico e vede i segretari di Fi e Lega: «Siamo in alto mare»
Va a vuoto il primo tentativo dell’opposizione di affondo dal notaio, ma la partita delle possibili dimissioni in massa per sfiduciare Massimo Bergamin resta aperta, insieme alle trattative nel centrodestra da cui dipendono le sorti del sindaco re. Attorno alle 15, Bergamin si è visto con Piergiorgio Cortelazzo e Fausto Dorio, responsabili provinciali rispettivamente di Forza Italia (Fi) e Lega. La situazione resta critica, non solo per la quadra, al momento mancata, sulla ricostituzione della giunta, azzerata da Bergamin lo scorso 31 gennaio. «Se siamo in alto mare? Siamo in mezzo all’oceano» si lascia scappare Cortelazzo, di solito misurato nelle espressioni.
E le difficoltà sarebbero ancora più accentuate sul terreno delle società partecipate, rispetto alle quali Fi e Lega, insieme a Obiettivo Rovigo (Or) (in maggioranza non si lamenta la sola Presenza cristiana), hanno ribadito l’urgenza di rivedere i vertici di Ecoambiente, rilanciare Iras (l’ente che gestisce le case di riposo comunali) commissariato da tre anni e, soprattutto, cambiare la governance di Asm Rovigo Spa, in capo all’imprenditore Alessandro Duò, ultimo vero alleato di Bergamin e da lui molto ascoltato. L’ipotetica rottura con Duò è forse lo scoglio più duro per il sindaco. Ma il tema sarebbe stato rinnovato con forza, a maggior ragione dopo la richiesta, fatta dall’azienda a intera partecipazione comunale, di avviare selezioni pubbliche per coprire quattro posizioni vacanti in organigramma, tra cui quella di direttore generale. Prospettiva criticata della consigliera d’opposizione Silvia Menon (Lista Menon), convinta dell’inopportunità di individuare una figura apicale in un momento così delicato.
E Menon era tra i 10 consiglieri che ieri alla spicciolata, a partire da poco prima delle 18, si sono presentati dal notaio Amerigo Santoro, contattato da Nadia Romeo, capogruppo Pd. Hanno varcato la soglia i tre consiglieri della Lista Menon, quattro del Pd su cinque (assente Andrea Borgato, fuori città per lavoro), gli indipendenti Alberto Borella (ex Or) e Daniela Goldoni (ex Lega), Francesco Gennaro (M5S). Quest’ultimo ha precisato di trovarsi dal professionista per motivi propri e per pura coincidenza con gli altri. Al termine dell’incontro col notaio, finito attorno alle 19, bocche cucite. Per mandare a casa il sindaco servono almeno 17 firme e, dunque, vanno ricercate altre 7 disponibilità, perché l’operazione riesca. In zona è passato, senza fermarsi, Paolo Avezzù, leader di Or, per proseguire verso la sede di Fi per la riunione con Cortelazzo e i maggiorenti del partito. Avezzù non è rimasto fino alla fine, per motivi personali, a differenza degli altri di Or. Or, pur con un proprio gruppo consiliare già uscito dalla maggioranza a differenza di quello di Fi, fa riferimento al partito azzurro. «I consiglieri che si riferiscono a noi non si presteranno a manovre dal notaio» assicura Cortelazzo. Oggi si riunirà la Lega, mentre a inizio settimana (molto probabilmente lunedì) si ritroveranno per un incontro, forse davvero risolutivo, Bergamin, Cortelazzo e Dorio.