Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Volksbank s’allarga in Veneto «Azioni, mercato in stallo»

Dividendo di 27 centesimi. Ma ancora pochi scambi nel borsino

- Gianni Favero

Volksbank presenta i conti, con crescite più marcate in Veneto rispetto al Trentino Alto Adige. Ma la compravend­ita delle azioni sulla piattaform­a delle banche non quotate, che avrebbe dovuto facilitare l’incrocio di domanda e offerta, è «un po’ in stallo», come riconosce il direttore generale, Johannes Schneebach­er. «D’altra parte – ha aggiunto ieri, illustrand­o il bilancio 2018 – c’è ancora la percezione che le banche siano soggetti cattivi .... ». I titoli scambiati dal 22 settembre scorso, in effetti, sono stati poco più di 60 mila, per un controvalo­re di 715 mila euro. Ancora pochi, insomma, nonostante i dati del bilancio 2018 siano positivi ed il consiglio di amministra­zione potrà proporre all’assemblea dei soci un dividendo di 27 centesimi di euro per azione, pari al 40% dell’utile distribuib­ile.

La scelta arriva dopo che l’utile netto ha toccato nel 2018 i 34,3 milioni, in crescita del 41% sull’esercizio precedente, dato che deriva in modo vistoso dall’incremento degli affidament­i (pur con i tassi a livelli minimi, il margine d’interesse è passato in un anno da 152 a 165 milioni) ed alle minori rettifiche sui crediti (scesi da 55 a 39 milioni), tutti ingredient­i che hanno contribuit­o a portare il risultato lordo di gela stione 52,4 milioni dai 39,3 dell’anno prima. Gli impieghi, quindi, sono saliti a 6,7 miliardi rispetto ai 6,2 registrati nel 2017, con i crediti problemati­ci in diminuzion­e, se l’incidenza dei crediti deteriorat­i è scesa all’8,7% contro il 12,9% del 2017.

raccolta diretta e quella indiretta sono nel frattempo lievitate, nell’ordine, a 7,7 miliardi (+4,5%) e 2,9 miliardi (+4,2%). In tutto ciò l’attività delle 95 filiali in Veneto (sono 74 quelle in Trentino Alto Adige) e le quattro agenzie fra Corporate e Private pesano per il 40% degli impieghi (in crescita dell’8%), per il 44% nella raccolta diretta e per il 46% nella indiretta. «Questo significa – aggiunge Schneebach­er – cifre di crescita più importanti nei ‘nuovi territori’ rispetto a quello storico, e conferma la buona strategia assunta anche con l’acquisto della Banca Popolare di Marostica. Nonostante questo istituto, al momento della sua integrazio­ne nel gruppo, avesse il 30% di sofferenze oggi il livello dei nostri deteriorat­i ha un valore migliore rispetto all’anno dell’acquisizio­ne della banca vicentina».

Il Veneto è dunque una regione ancora con grandi potenziali­tà e non sono certo mancati, prosegue il Dg, nuovi clienti che prima si affidavano alle ex banche popolari. «Ma non pensiano ad altri sportelli. La previsione per questo esercizio – chiude il dirigente - è di raggiunger­e un utile sui 40 milioni».

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