Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Si tuffa nel lago proibito disperso turista mestrino
SUB MESTRINO IN VACANZA
Si è immerso con un amico ligure, Carlo Barbieri, alle 5 di sabato pomeriggio. Da allora del 44enne veneziano Carlo Barbieri e del compagno non c’è traccia: dispersi nella laguna Dudù, a Santo Domingo.
Aveva scelto la laguna Dudù, l’unico posto al mondo in cui gli speleologi possano immergersi da un lago naturale a un altro, nella costa settentrionale della Repubblica Dominicana. Si era immerso con un imprenditore edile italiano, anch’esso appassionato di diving, alle cinque di sabato pomeriggio, ma da allora non è più risalito. E’ scomparso così Carlo Basso, 44enne veneziano, fratello di don Giacomo, il sacerdote della Diocesi di Venezia che da anni opera nella missione di Ol Moran in Kenia. Inutili fino a ieri sere le ricerche, anche perché nel fondo, l’acqua si intorbidisce facilmente al passaggio dei sommozzatori per la presenza di una sostanza farinosa che impedisce la visibilità. Per questo il diving è molto pericoloso ed è il principale motivo per cui i due italiani non sono stati ancora trovati. A quanto riferisce il Consolato italiano a Santo Domingo le ricerche sono state infatti interrotte per permettere all’acqua di riacquistare la trasparenza. Poche le speranze di trovare ancora vivi Basso e Carlo Barbieri (l’altro sub immersosi, ligure ma residente a Las Terrenas da diversi anni) nonostante tra i tunnel e le grotte della laguna Dudù ci sia anche una sacca d’aria, comunque a temperatura molto bassa che non garantirebbe la sopravvivenza per molto tempo.
Il 44enne veneziano era arrivato a Santo Domingo nei primi giorni di febbraio, la prima vacanza che si concedeva dopo molto tempo in cui aveva dedicato la sua vita al lavoro. Nato alla Cipressina, un quartiere della terraferma veneziana, Basso si era trasferito in liguria più di una decina di anni fa. Lì faceva l’istruttore subacqueo e aveva aperto un’attività con corsi e attività diving garantendo immersioni in sicurezza. Gli amici infatti lo ricordano come un professionista molto esperto e premuroso, anche per questo ha potuto immergersi nella laguna dove l’accesso, a quanto pare, è concesso solo in seguito alla presentazione di una certificazione che attesti l’addestramento idoneo e solo dopo il noleggio di un’attrezzatura particolare per quel tipo di immersioni. L’eco della scomparsa è arrivato ieri anche a Mestre, tanto che in serata nella chiesa della Cipressina si è tenuta una veglia di preghiera organizzata dalla comunità che il mestrino frequentava prima di trasferirsi in Liguria. Basso, che ha due figli, da giovane frequentava gli scout, giocava a football americano negli Islanders Venezia, poi si è trasferito all’estero prima di ritornare in Italia. Negli ultimi mesi aveva cambiato attività e lavorava come collaudatore per la Sundeck Yachts riuscendo così ad organizzare la tanto agognata vacanza assieme all’amico che viveva da tempo in Repubblica Domenicana dove faceva l’imprenditore edile.
«Dobbiamo aspettare che l’acqua schiarisca perché è molto sporca e quindi è impossibile cercarli dove presumiamo siano rimasti intrappolati», spiega l’amministratore del lago, profondo in alcune sue parti fino a trenta metri. Probabilmente i due si sono sentiti molto sicuri e hanno rischiato più del dovuto, informa Diario Libre. «Mio fratello era un bravo istruttore, ma non conosceva la zona, forse è stato un azzardo immergersi in quel lago, almeno da quello che ci raccontano le autorità del posto», spiega don Giacomo dal Kenia. Le lagune infatti sono due, collegate da un circuito di tunnel in profondità, alcune sono particolarmente pericolose tanto che alla più grande è posto il divieto di avvicinamento a 50 metri.
Secondo le informazioni fornite dai rappresentanti della Laguna Dudù (che si trova nel comune di Cabrera, nella provincia di Maria Trinidad Sanchez) alle autorità, i due italiani sono entrati in un’area proibita nonostante i grandi segnali di divieto. Dalla Protezione civile spiegano che l’intervento viene svolto con il supporto delle guide locali, perché si tratta di acque profonde fino a settecento metri delle gallerie più grandi che solo le persone della zona conoscono. A quanto pare comunque le operazioni sono sospese fino a mercoledì mattina per dare tempo alle acque di tornare limpide ed effettuare le immersioni in sicurezza anche per i sub delle agenzie umanitarie. Comunque sia, i media locali riportano che si tratterebbe di un’intervento di recupero dei corpi e non di soccorso, tanto basta per far precipitare le speranze di trovare i due italiani vivi al lumicino.