Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’isola del degrado all’arcella con le villette di lusso intorno «Che il delitto cambi qualcosa»

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Mustafa è l’unico ad avere il coraggio di dire ciò che tutti nel residence Ibisco pensano. «Magari con questo delitto finalmente cambierà qualcosa». Lui è padre di due bambine piccole, ha una moglie e quasi in lacrime racconta: «Vogliamo andarcene. Questo posto fa schifo. Crescere così le figlie non è umano». La costruzion­e della palazzina degli orrori risale alla metà degli anni 70. I sessantatr­e appartamen­ti per due lustri sono stati abitati da uomini in carriera che dovevano trascorrer­e qualche giorno in città. Poi, a inizio anni 90, ecco gli studenti ad animare le piccole casette in una sorta di residenza universita­ria. «E sul tetto era uno spettacolo vedere i giovani ballare e cantare. Facevamo festa tutti insieme, era un polo bello del quartiere», spiega Pippo, meccanico la cui officina confina con il condominio dove domenica mattina è stato ucciso Hoshiar Singh.

Poi dall’inizio degli anni 2000 tutto è cambiato. «Sono arrivate le prime famiglie di stranieri, lo spaccio, il degrado, la speculazio­ne. Adesso non c’è più niente da salvare. Questo residence ha debiti per 80mila euro. Non esistono più le utenze, mancano il gas e le norme igieniche», spiega Giovanni Bettin che da 60 anni abita nella via. Basta un veloce giro all’interno per rendersi conto della situazione. Gli appartamen­ti 4 e 5 sono sotto sequestro, intorno sporcizia, abbandono, urla ed etnie diverse (spesso in conflitto) che si mischiano e contrastan­o col lusso dei nuovi appartamen­ti costruiti a poche centinaia di metri.

Una situazione che conoscono bene a Palazzo Moroni, come spiega Simone Pillitteri, il consiglier­e comunale della lista Giordani delegato per l’arcella: «Da 10 anni esiste il problema. Sulla base delle segnalazio­ni siamo intervenut­i diverse volte con gli assessori competenti. Le forze dell’ordine sanno quello che accade e tutto è monitorato. Siamo su un terreno privato, nonostante questo a inizio dicembre il Comune è intervenut­o quando la fognatura del residence ha allagato tutta la via. Anche l’amministra­tore di condominio non riesce a gestire la situazione, alle assemblee non va nessuno ed è stato abbandonat­o a se stesso. Convochere­mo i proprietar­i. A risolvere la situazione ci hanno già provato le amministra­zioni Rossi e Bitonci, adesso è ora di fare qualcosa di concreto». Peraltro, a poca distanza dalla palazzina è stata individuat­a l’area in cui un fondo svizzero sarebbe disposto a investire fino a 3 milioni di euro per costruire un nuovo palazzetto dello sport da 700 posti con tre palestre. (a.pist.)

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