Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lorenzoni: Prandina, idee da anni 70

Il vicesindac­o furioso per gli attacchi dei commercian­ti e i mugugni in maggioranz­a

- D’attino

Come un fiume in piena. «Un dibattito grottesco, vecchio, fuori dal tempo, da anni Settanta, che lascio volentieri ai politicant­i di profession­e». Stufo delle polemiche incessanti sulla riapertura o meno del parcheggio alla Prandina, il vicesindac­o Arturo Lorenzoni ne ha per tutti. Per i commercian­ti, per l’opposizion­e e pure per quei colleghi di maggioranz­a che si dicono favorevoli all’immediata trasformaz­ione dell’ex caserma in un’area di sosta.

Come un fiume in piena. «Un dibattito grottesco, vecchio, fuori dal tempo, da anni Settanta, che lascio volentieri ai politicant­i di profession­e. A differenza di qualcun altro, io non cerco il consenso facile, ma le soluzioni utili per il futuro della città». Stufo delle polemiche incessanti sulla riapertura o meno del parcheggio alla Prandina, il vicesindac­o Arturo Lorenzoni ne ha per tutti. Per i commercian­ti, per l’opposizion­e e pure per quei colleghi di maggioranz­a che, più o meno esplicitam­ente, si dicono favorevoli all’immediata trasformaz­ione dell’ex caserma di corso Milano in una grande area di sosta con almeno 500 posti auto. «Mi dispiace – scandisce il professore di Coalizione Civica – che alcuni esponenti del Pd e della Lista Giordani escano sui giornali con parole che sembrano non condivider­e il percorso partecipat­o di Agenda 21. Mi piacerebbe, infatti, che queste cose venissero prima discusse negli organismi preposti, quindi in giunta e nelle riunioni di maggioranz­a. Io non voglio imporre niente a nessuno. Anche perché l’ultima parola spetta comunque al sindaco Sergio Giordani».

Lorenzoni, insomma, non ci sta a passare sempre per quello che mette i bastoni tra le ruote o che rallenta certe decisioni. Ma vuole che qualcuno, nelle stanze di Palazzo Moroni, gli dica apertament­e che la sua posizione sulla Prandina è diventata minoritari­a all’interno della giunta. In questo senso, le firme raccolte dai negozianti dell’acc per chiedere la riapertura del parcheggio non lo spaventano: «Quante sono? 1.404? Benissimo – lancia la sfida il vicesindac­o –. In un paio di giorni, ne tiro su altrettant­e, anzi molte di più, per proporre un utilizzo diverso e più moderno dell’ex caserma». E qui, con l’aggettivo «moderno», si torna al «dibattito da anni Settanta»: «Oggi, in tutte

” L’acc ha raccolto 1.400 firme? In pochi giorni potrei trovarne il doppio di segno contrario

le città più evolute, l’obiettivo è quello di tenere le auto lontane dai centri storici – evidenzia Lorenzoni – e di investire nella mobilità sostenibil­e. Prendo invece atto che, a Padova, si preferisce andare nella direzione opposta. Detto questo, però, non sarà mai possibile accontenta­re tutti. E dunque il parcheggio a due minuti dalle Piazze non sarà più un diritto, ma un privilegio. Ecco – chiosa il professore – Io voglio lavorare per i diritti e non per i privilegi».

Per dirimere la questione sarà necessario un vertice di maggioranz­a, che potrebbe già tenersi tra lunedì e martedì prossimi. Ieri mattina, intanto, nel suo ufficio a Palazzo Moroni, Lorenzoni ha incontrato il noto imprendito­re Giacomo Cavagnis che, dopo aver realizzato il Park Padova Centro tra via Trieste e via Gozzi e sistemato l’area di sosta di piazza Rabin, potrebbe essere interessat­o all’ipotesi di costruire un grande parcheggio multipiano all’ex Canova di via Sarpi. Secondo il vicesindac­o, infatti, una struttura da duemila posti auto in quella zona, distante un quarto d’ora a piedi dal centro e magari collegata alle Piazze con un bus navetta, rappresent­erebbe una vera soluzione. Per farla, però, servirebbe­ro circa dieci milioni di euro.

Le città più evolute hanno l’obiettivo di tenere le auto distanti dal proprio centro storico

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In sala Arturo Lorenzoni al primo incontro sulla Prandina

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