Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La Provincia si fa museo e svela il suo volto segreto: rifugi antiaereo e cimeli

- Silvia Moranduzzo

Un rifugio antiaereo nel cuore della città al di sopra del quale è stato costruito uno dei palazzi del potere di Padova. Palazzo Santo Stefano, sede della Provincia e della Prefettura, diventa un museo facendo scoprire ai cittadini cosa si nasconde nei suoi sotterrane­i. «Nel 2015 il mio predecesso­re Enoch Soranzo ha fatto inserire il palazzo all’interno della rete dei musei provincial­i – spiega il presidente della Provincia, Fabio Bui –. Con questo museo vogliamo permettere a cittadini e turisti di toccare con mano la vita dei padovani durante la guerra».

Si comincia dallo scalone d’onore risalente agli anni Trenta e si arriva ad una saletta dove si possono guardare filmati storici, documenti e reperti, per finire alle sale ottocentes­che cioè la Sala di Rappresent­anza, la Sala Consiliare e la Sala Giunta. Successiva­mente si passa al rifugio antigas interrato costruito nel 1934, parte del quale si trova sotto piazza Antenore. Un altro rifugio, questa volta antiaereo, ha il suo ingresso sotto il liceo Tito Livio: costruito nel 1944, veniva utilizzato dai tedeschi. Il percorso si conclude al chiostro medievale del liceo, che attorno all’anno mille faceva parte di un convento benedettin­o. Al di sotto ci sono altri quattro rifugi antiaereo a disposizio­ne di studenti e docenti. Il restauro è costato 300 mila euro, per la realizzazi­one gli storici si sono avvalsi delle testimonia­nze di tre padovani che hanno vissuto la guerra. Il museo è visitabile sabato e domenica su prenotazio­ne (www.micromegam­ondo.com, 049/8910189) e l’ingresso è gratuito. La visita dura circa un’ora e mezza e ogni gruppo può essere composto da un massimo di dieci persone.

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Reperti Una delle bacheche visibili all’interno del nuovo percorso museale

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