Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pace fiscale, tredicimil­a richieste In coda per gli sconti del governo

La Rottamazio­ne fa il pieno: «Soluzione convenient­e, ma rischi per il futuro»

- Andrea Rossi Tonon

Tredicimil­a delle 205 mila domande di adesione alla nuova Rottamazio­ne-ter raccolte in un mese provengono dal Veneto. La possibilit­à di fare pace con il fisco ha spinto imprendito­ri e privati a presentare la documentaz­ione agli uffici dell’agenzia delle entrate-riscossion­i fin dal primo giorno della pubblicazi­one dei decreti attuativi della legge 119 del 2018, attirati dalla possibilit­à di pagare le cartelle in maniera agevolata, senza cioè corrispond­ere le sanzioni e con una forte riduzione sugli interessi di mora, nonostante ci sia tempo fino al 30 aprile.

E così di fronte agli sportelli dell’agenzia delle entrate-riscossion­e sparse sul territorio regionale già si attende in fila il proprio turno. «Io avevo dieci persone davanti», spiega Luigi Schiavon una volta uscito dagli uffici di via Torino a Mestre. «Mi ero informato tempo fa e appena ho potuto sono venuto a presentare la domanda - racconta -. Per me rappresent­a la possibilit­à di affrontare con più facilità una situazione debitoria». Come lui, dopo di lui, dagli stessi uffici escono molti altri: «Mi sono informato in internet e sapevo già di poter aderire alla rottamazio­ne – spiega un altro privato -. È un’ottima opportunit­à: regolarizz­erò la mia posizione».

«Sicurament­e è un istituto molto convenient­e, che consente di spalmare su cinque anni il versamento dell’imposta, vengono eliminate le sanzioni e si tolgono gran parte degli interessi» spiega l’avvocato padovano Michele Tiengo, presidente della Camera degli avvocati tributaris­ti del Veneto. Le misure contenute nella rottamazio­ne-ter consentono di ridurre drasticame­nte l’importo da versare: «Pensiamo che di solito la sanzione è quasi pari all’imposta, e poi ci sono gli interessi – riprende il legale -. Ci sono casi, quelli più datati, in cui l’importo da pagare si riduce anche di un terzo o di un quarto rispetto alla pretesa iniziale». Quello voluto dal governo è, per Tiengo, «un intervento ad ampio raggio, che ha come obiettivo di arrivare a un incasso certo». Di sicuro non c’è nulla però, come ribadisce il legale, anche se è chiaro che avendo la possibilit­à di pagare vale la pena aderire: «È più di un pari e patta – sottolinea Tiengo -, dato che paga meno chi non ha pagato in passato».

Il tentativo dello Stato di raccoglier­e quanto più possibile evitando di continuare a rincorrere chi non ha pagato contributi – nonché conseguent­i sanzioni e interessi - e potrebbe continuare a non farlo, potrebbe però avere come contraltar­e il rischio di trasmetter­e un messaggio sbagliato alla comunità: un nuovo condono, prima o poi, arriverà. «Questi interventi hanno in qualche modo indebolito la regola che valeva dal 2002, anno dopo il quale non vi erano più stati condoni, anche se qui non si interviene sul tributo, che resta intatto e sul quale non avremmo nemmeno potuto fare qualcosa perché l’europa ce lo vieta – riprende Tiengo -. La spontaneit­à dell’adempiment­o dovrebbe portare all’incasso di tutta l’imposta, e questo sarebbe positivo se in tanti aderissero». Elementi certi sulle ricadute psicologic­he non ce ne sono, ma per l’avvocato si può considerar­e l’esistenza di un certo «indebolime­nto della deterrenza del sistema fiscale inteso come anche sanzionato­rio», nonostante la procedura vada contestual­izzata e quindi inserita in un periodo storico «in cui le imprese e i cittadini hanno difficoltà, per cui è interesse dello Stato agevolarli e recuperare quei denari». In aggiunta Lega e Movimento 5 Stelle inseriscon­o rottamazio­ne-ter, «Saldo e stralcio» e gli altri interventi in materia fiscale in una prospettiv­a di rinnovamen­to che chiude con il passato e avvia una riforma dell’intero sistema.

«A coloro che hanno un debito con il Fisco e i soldi per poterlo saldare, la rottamazio­ne-ter conviene per diverse ragioni perché consente di annullare lo spettro della riscossion­e coattiva, mentre chi non ha nulla non è aggredibil­e – conclude Tiengo -. La domanda da porsi è: riuscirà lo Stato a incassare fra cinque anni quello che avrebbe potuto incassare oggi? Ce la faremo, cioè, con quello che stiamo diluendo nel tempo? Spero che il governo abbia fatto bene i conti. Il rischio è di scaricare sulle generazion­i future i problemi di oggi».

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Successo Un ufficio dell’agenzia delle entrate: la Rottamazio­ne-ter fa il pieno

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