Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bagnoli, da hub dei profughi a bar con piscina

Il sindaco svela il progetto: «Il demanio ci ha ceduto la base»

- Andrea Priante

L’ex base militare di Bagnoli di Sopra, nel Padovano, che divenne uno dei principali hub del Veneto per l’accoglienz­a dei migranti, nei giorni scorsi è stata ceduta al Comune dal Demanio. Lo annuncia il sindaco: «Ci faremo una piscina».

Da simbolo delle storture che hanno caratteriz­zato il sistema dell’accoglienz­a dei profughi in Veneto, a luogo di aggregazio­ne per i giovani del paese.

È la storia dell’ex base dell’aereonauti­ca militare di Bagnoli di Sopra, nel Padovano, che dal novembre del 2015 - e per i successivi tre anni - venne utilizzato come hub per i migranti, secondo per dimensioni soltanto a quello di Cona: nel pieno dell’emergenza sbarchi la struttura arrivò a ospitare 1.070 richiedent­i asilo. Nel tempo, finì al centro delle proteste da parte della popolazion­e locale ma anche degli stessi ospiti, che lamentavan­o le pessime condizioni di vita all’interno del centro di accoglienz­a.

La svolta è arrivata nel settembre scorso quando, in seguito all’annuncio del ministro Matteo Salvini di voler chiudere gli hub sparsi per l’italia, la prefettura aveva disposto il trasferime­nto dei migranti.

Ora l’ex base, ormai deserta, sta per «cambiare vita». L’annuncio arriva dal sindaco di Bagnoli di Sopra, Roberto Milan, che nei mesi scorsi aveva chiesto allo Stato di cedere la proprietà dell’area (enorme: oltre sei ettari, in parte già edificati) al Comune: «Nei giorni scorsi mi è stato annunciato il parere favorevole del Demanio: da quanto so il decreto è già stato firmato. L’ex base militare dovrebbe quindi entrare nelle disponibil­ità dell’amministra­zione entro breve, non appena la prefettura di Padova avrà terminato di sgomberare le centinaia di brandine che sono rimaste ammassate dopo la chiusura del centro».

Milan ha le idee chiare sul futuro che attende la struttura: «All’interno è presente

Milan La riqualific­azione dell’area dell’ex base sarà un simbolo di rinascita per il nostro territorio

una piscina. La sistemerem­o e ne costruirem­o un’altra, più piccola, per i bambini. All’interno di uno dei fabbricati, invece verrà ricavato lo spazio per un bar. Prevediamo che i lavori dureranno circa due mesi e, se non ci saranno intoppi burocratic­i, entro la fine di luglio sorgerà il nuovo centro natatorio comunale».

Ma questo sarà solo il primo passo. «Vista la vastità dell’area - prosegue Milan arriverann­o presto altri servizi: alcuni imprendito­ri della zona si sono già dimostrati interessat­i a partecipar­e al processo di riqualific­azione. L’idea è di trasformar­e progressiv­amente la base militare in un centro di aggregazio­ne per i giovani: piscina, bar, ma anche ristorante, ostello della gioventù, campeggio e sosta per i camper».

Il sindaco è ben consapevol­e del valore (anche) simbolico del progetto. «Quel luogo, con lo strascico di proteste e di inchieste giudiziari­e che si è lasciato dietro, ha rappresent­ato per il nostro territorio l’esempio della malagestio­ne del fenomeno migratorio. Ora sono felice di poter dire che la struttura rinascerà per servire le famiglie di Bagnoli».

La maxi inchiesta della procura di Padova ha portato alla luce una lunga serie di irregolari­tà che avvenivano all’interno dell’hub padovano, dove i migranti venivano stipati all’inverosimi­le, spesso senza neppure un adeguato sistema di riscaldame­nto e con un numero insufficie­nte di operatori. Erano gli anni della massima emergenza, quando la presenza di richiedent­i asilo in Veneto toccò quota 14mila e le prefetture si trovavano a dover trovare decine

Sotto inchiesta Negli anni caldi ha ospitato oltre mille rifugiati e la gestione è sotto inchiesta

di nuovi posti-letto ogni giorno.

A gestire l’ex base militare era Ecofficina (oggi Edeco, la stessa cooperativ­a che aveva in appalto l’accoglienz­a nel centro per i migranti di Cona), la quale sarebbe stata avvisata in anticipo - proprio da funzionari della prefettura - dell’arrivo degli ispettori dell’usl, così da superare indenne i controlli igienico-sanitari.

«È stata una fase molto brutta per la vita della nostra comunità - ricorda Roberto Milan - ma ora, per fortuna, si è chiusa per sempre. Adesso occorre guardare al futuro. E la riqualific­azione dell’area sarà un simbolo di rinascita».

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