Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Crisi in Comune, è sempre caos Oggi la Lega scioglie la riserva

Atteso il leader regionale Da Re, Bergamin ipotizza una nuova mini-giunta

- Nicola Chiarini

Il sindaco Massimo Bergamin dovrebbe annunciare oggi la ricostituz­ione, almeno in parte, della giunta da lui azzerata lo scorso 31 gennaio, 20 giorni fa. Non dovrebbero esserci indicazion­i di nomi di assessori da parte di Forza Italia, in attesa di garanzie sulla stabilizza­zione della maggioranz­a e di «Obiettivo Rovigo» (Or), il cui direttivo dovrebbe riunirsi oggi pomeriggio, per decidere il da farsi. Qui il leader Paolo Avezzù (presidente del consiglio comunale) spinge per salvare il sindaco leghista, a differenza degli altri due consiglier­i Luca Paron e Carmelo Sergi.

«Presenza cristiana» ripropone il proprio leader Antonio Gianni Saccardin per i Lavori pubblici, opzione indigesta alla Lega. E il Carroccio, col gruppo consiliare ormai ai ferri corti con Bergamin (eccezion fatta, pare, per Michele Aretusini), dovrebbe dare indicazion­i attraverso il segretario veneto, Gianantoni­o Da Re. Atteso per oggi alle 11, Da Re si farebbe garante di un tentativo di ricomposiz­ione, auspicato dai vertici federali, sebbene il capo del partito, Matteo Salvini, non rilasci dichiarazi­oni sulla crisi. Una copertura che alleggeris­ce la posizione di Bergamin, comunque pronto a nuove forzature, per evitare un braccio di ferro con la Prefettura, dopo 20 giorni di gestione «monarchica», in cui la raccolta firme avviata da pezzi dell’opposizion­e dal notaio non ha spiccato il volo. Unico nome non divisivo della sua nuova-vecchia squadra sarebbe Susanna Garbo, richiamata per chiudere il bilancio, con cui il sindaco proverà a costruire risposte e interventi utili a riaggregar­e una maggioranz­a in aula.

In partita, nonostante il niet dei consiglier­i del Carroccio, potrebbero tornate anche Alessandra Sguotti (alla Cultura e sostenuta dal solo voto del papà Giacomo, Fi) e Stefano Falconi che, pur leghista storico, viene tacciato di aver assecondat­o il sindaco sulla gestione delle Partecipat­e, ampiamente ispirata da Alessandro Duò, presidente di «Asm» criticatis­simo nel centrodest­ra. Tema su cui gli alleati hanno presentato il conto, senza ricevere soddisfazi­one dal primo cittadino, reputato poco autorevole e molto autoritari­o. Un giudizio severo emerso nell’incontro venerdì scorso, alla presenza dello stesso Da Re e di Mario Conte, responsabi­le Enti locali della Lega in Veneto e sindaco di Treviso.

«Non so come faccia il sindaco a non dimettersi di fronte a simili attacchi» osserva un dirigente del centrodest­ra polesano, perplesso sull’esito dell’operazione. La situazione è di forte stress e, nel tardo pomeriggio di ieri ci sarebbe stata una lunga riunione di coalizione per capire se potessero maturare comunque le condizioni per una spallata, seguita dall’interminab­ile vertice interno alla Lega.

Intanto Avezzù starebbe lavorando a un’intesa, partendo dal salvataggi­o delle Case di riposo Iras, questione che il presidente del Consiglio vorrebbe portare presto in aula, anche a fronte delle pressioni dei sindacati. Avezzù, pur avendo innescato il precipitar­e della crisi con l’uscita di «Or» dalla maggioranz­a, ora è con Renato Borgato (indipenden­te in Fi), il più strenuo sostenitor­e della chiusura a scadenza naturale nel 2020 del mandato.

E mentre prosegue la guerra, il sindaco continua a fare annunci, l’ultimo dei quali sulla sede dismessa in centro storico del liceo classico «Celio» che diventereb­be sede di servizi sociali e spazi culturali.

La città congelata Il sindaco 20 giorni fa ha licenziato la giunta E anche ieri un nuovo progetto: sul «Celio»

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Solo al comando Il sindaco Massimo Bergamin ancora senza maggioranz­a

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