Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Crisi in Comune, è sempre caos Oggi la Lega scioglie la riserva
Atteso il leader regionale Da Re, Bergamin ipotizza una nuova mini-giunta
Il sindaco Massimo Bergamin dovrebbe annunciare oggi la ricostituzione, almeno in parte, della giunta da lui azzerata lo scorso 31 gennaio, 20 giorni fa. Non dovrebbero esserci indicazioni di nomi di assessori da parte di Forza Italia, in attesa di garanzie sulla stabilizzazione della maggioranza e di «Obiettivo Rovigo» (Or), il cui direttivo dovrebbe riunirsi oggi pomeriggio, per decidere il da farsi. Qui il leader Paolo Avezzù (presidente del consiglio comunale) spinge per salvare il sindaco leghista, a differenza degli altri due consiglieri Luca Paron e Carmelo Sergi.
«Presenza cristiana» ripropone il proprio leader Antonio Gianni Saccardin per i Lavori pubblici, opzione indigesta alla Lega. E il Carroccio, col gruppo consiliare ormai ai ferri corti con Bergamin (eccezion fatta, pare, per Michele Aretusini), dovrebbe dare indicazioni attraverso il segretario veneto, Gianantonio Da Re. Atteso per oggi alle 11, Da Re si farebbe garante di un tentativo di ricomposizione, auspicato dai vertici federali, sebbene il capo del partito, Matteo Salvini, non rilasci dichiarazioni sulla crisi. Una copertura che alleggerisce la posizione di Bergamin, comunque pronto a nuove forzature, per evitare un braccio di ferro con la Prefettura, dopo 20 giorni di gestione «monarchica», in cui la raccolta firme avviata da pezzi dell’opposizione dal notaio non ha spiccato il volo. Unico nome non divisivo della sua nuova-vecchia squadra sarebbe Susanna Garbo, richiamata per chiudere il bilancio, con cui il sindaco proverà a costruire risposte e interventi utili a riaggregare una maggioranza in aula.
In partita, nonostante il niet dei consiglieri del Carroccio, potrebbero tornate anche Alessandra Sguotti (alla Cultura e sostenuta dal solo voto del papà Giacomo, Fi) e Stefano Falconi che, pur leghista storico, viene tacciato di aver assecondato il sindaco sulla gestione delle Partecipate, ampiamente ispirata da Alessandro Duò, presidente di «Asm» criticatissimo nel centrodestra. Tema su cui gli alleati hanno presentato il conto, senza ricevere soddisfazione dal primo cittadino, reputato poco autorevole e molto autoritario. Un giudizio severo emerso nell’incontro venerdì scorso, alla presenza dello stesso Da Re e di Mario Conte, responsabile Enti locali della Lega in Veneto e sindaco di Treviso.
«Non so come faccia il sindaco a non dimettersi di fronte a simili attacchi» osserva un dirigente del centrodestra polesano, perplesso sull’esito dell’operazione. La situazione è di forte stress e, nel tardo pomeriggio di ieri ci sarebbe stata una lunga riunione di coalizione per capire se potessero maturare comunque le condizioni per una spallata, seguita dall’interminabile vertice interno alla Lega.
Intanto Avezzù starebbe lavorando a un’intesa, partendo dal salvataggio delle Case di riposo Iras, questione che il presidente del Consiglio vorrebbe portare presto in aula, anche a fronte delle pressioni dei sindacati. Avezzù, pur avendo innescato il precipitare della crisi con l’uscita di «Or» dalla maggioranza, ora è con Renato Borgato (indipendente in Fi), il più strenuo sostenitore della chiusura a scadenza naturale nel 2020 del mandato.
E mentre prosegue la guerra, il sindaco continua a fare annunci, l’ultimo dei quali sulla sede dismessa in centro storico del liceo classico «Celio» che diventerebbe sede di servizi sociali e spazi culturali.
La città congelata Il sindaco 20 giorni fa ha licenziato la giunta E anche ieri un nuovo progetto: sul «Celio»