Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Giustizia tributaria, riforma al via dal Veneto
Terzietà, qualità e indipendenza del giudizio. Obiettivi chiari e condivisi quelli esposti ieri a Sarmeola di Rubano (Padova) in merito alla riforma della giustizia tributaria, lanciata dal Veneto nel convegno dell’ordine dei commercialisti di Padova e dalla Camera degli avvocati tributaristi del Veneto. Il progetto di riforma, avanzato prima dalla Lega e poi anche dal M5s, nasce per voltare pagina rispetto all’impiego di giudici onorari nei contenziosi tributari, spostando la competenza della loro gestione dal ministero dell’economia alla Presidenza del consiglio per evitare conflitti d’interessi e assumendo giudici professionali tramite concorso.
Il nuovo schema lascerebbe ai giudici onorari solo le cause di minor valore, affidando a un giudice professionale monocratico quelle superiori e a un organo collegiale le liti in primo grado con valore superiore ai trentamila euro e tutte le liti in secondo grado. I commercialisti chiedono anche di trasferire il terzo grado dalla Cassazione a una rinnovata Commissione tributaria centrale. «Il progetto della Lega prevede un concorso nazionale su base regionale - commenta Michele Tiengo, presidente dei tributaristi veneti -. È un federalismo della giustizia interessante, che andrà seguito nei regolamenti attuativi. Il cittadino troverà un giudice professionale che studia queste materie, invece di uno che fa un altro mestiere e poi il pomeriggio si dedica anche a questo. Sono cause che valgono più di quelle di condominio non si può improvvisare». «La riforma è già iniziata col decreto fiscale e le norme sullo svuota-cassazione - assicura il sottosegretario all’economia, Massimo Bitonci, sottosegretario al Mef -. Il 50% dei procedimenti intasa la Cassazione, quindi questa proposta di legge è condivisa da tutte le associazioni». Carmen Pezzuto, consigliere dei commercialisti padovani, parla di una proposta «ambiziosa sia in termini di tempi che di numeri». Nei primi nove mesi 2018 si è passati, come cause pendenti in Veneto in entrambi i gradi, a 9.927 (contro i 9.764 del 31 dicembre 2017). Nei primi nove mesi del 2018, il Veneto ha visto 8.308 nuovi ricorsi in primo grado alle Commissioni tributarie provinciali. In secondo grado, le cause pendenti sono passate da 3.523 a 3.511 (-0,34%).