Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bitonci: «Fondo banche, a Bruxelles risposta forte» Regolamento, ecco i rilievi
«Gli uffici stanno lavorando a una risposta con un forte carattere politico oltre che tecnico». Torna a salire, come dimostra la dichiarazione del sottosegretario all’economia, Massimo Bitonci, la temperatura sul fondo di indennizzo risparmiatori di Popolare Vicenza, Veneto Banca e delle altre banche risolte. Mentre ieri sera scadeva la presentazione delle osservazioni al primo decreto attuativo, il governo conferma il confronto «ruvido» con l’unione europea sul fondo stesso e sulle spiegazioni richieste con la lettera che Bruxelles aveva inviato il 29 gennaio. Bitonci ne ha parlato ieri a Padova, a margine di un convegno: «L’italia - ha detto - ha scelto questo rimborso diretto in autonomia, con fondi propri che vengono dallo stesso settore (dai conti dormienti, quindi non fondi statali, ndr). È una procedura corretta. Di Maio e Salvini a Vicenza hanno detto che il governo non cambia idea sulla misura».
Intanto le associazioni hanno fatto partire ieri sera le osservazioni al decreto. Mentre «Noi che credevamo» nella Bpvi ha presentato proposte di semplificazione dei documenti, il Coordinamento don Torta di Andrea Arman, insieme ai consulenti Aldo Dolmetta, Alfonso Scarano e Luigi Fadalti ha inviato proposte di modifiche sul prezzo d’acquisto e per evitare ai risparmiatori la dimostrazione del pregiudizio ingiusto subìto per le violazioni massive dei doveri di correttezza delle banche. Critiche ancora invece dalle associazioni della Cabina di regia: «La bozza di decreto accolla al risparmiatore l’onere di dimostrare le nuove e fantomatiche violazioni massive del Testo unico della finanza, costringendo tutti a rendere una dichiarazione sostitutiva con firma autenticata», dice Barbara Puschiasis, di Consumatori attivi.
E sulla «farsa o la tragedia del fondo» è tornato alla carica in parlamento ieri, rivolto al governo, anche il parlamentare vicentino di Forza Italia, Pierantonio Zanettin: «Siete consapevoli di aver fatto promesse irrealizzabili, di aver varato una norma che fa acqua da tutte le parti, che in queste condizioni non potete varare decreti attuativi. Ammettete di aver sbagliato, confrontatevi con l’europa, fatevi guidare dal dottor Rivera (il direttore generale del Tesoro, che ha ricevuto la lettera da Bruxelles, ndr), tecnico capace, e modificate per quanto necessario il Fondo».