Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
NO ALL’OMOFOBIA PENSI A MIO FIGLIO
Caro ministro dell’interno vogliamo presentarle Michele, nostro figlio: ha 11 anni frequenta la prima media e ovviamente è il bambino più straordinario del mondo. Fortunatamente ha preso il meglio di noi, che siamo i suoi genitori. Caro Ministro vorremmo che lei ci aiutasse a fare in modo che nostro figlio sia sempre circondato da amici responsabili, istruiti, sensibili e divertenti, e che gli adulti attorno a lui siano persone da cui prendere esempio, non gente ignorante da cui scappare a gambe levate. Per questo è necessario che lei faccia la sua parte, e noi vogliamo aiutarla per evitare che Michele, crescendo, la accusi di aver trasformato gli anni della sua adolescenza in un profondo, triste e miserevole medioevo. Ebbene, caro ministro, le diamo una notizia: Michele è un bambino sereno, divertente, ma qualche volta è anche svogliato, capriccioso e lunatico. È affettuoso e distratto, ogni tanto è un po’ cialtrone e tuttavia è molto preciso e preparato quando si parla di calcio. Michele, che non ama le verdure e mangerebbe solo la pizza, lascia i suoi vestiti sporchi dappertutto e quando va a basket si dimentica metà delle cose che ha in borsa. Però quando fa canestro è una forza della natura, alza i pugni al cielo e tutti i suoi compagni gli battono il cinque, e i suoi genitori, cioè noi, ci commuoviamo tantissimo. Se lo sta chiedendo vero? Beh sì, ha ragione lei, il nostro è un bambino normale. Eppure non siamo esattamente la famiglia tradizionale, perché noi genitori siamo separati, e perché il papà di Michele è gay. Non credevamo fosse necessario parlare in pubblico ancora di questo argomento perché per noi la normalità, dopo dieci anni, è fatta così: Michele ama il suo papà, che ha un compagno con cui scambia gesti di affetto, e che ha amici che si scambiano, anche fra loro, gesti di affetto. Il compagno del papà di Michele adora il nostro piccolo fenomeno, e la sua mamma non ha nulla da ridire. La sua mamma a sua volta ha un compagno che si è fatto carico di questa famiglia strana, complessa, ma riuscita, dove tutti si rispettano e si amano. Noi genitori ci vogliamo bene, ci rispettiamo, anche se siamo separati. Anche i nonni fanno parte di questa splendida squadra: nonostante appartengano a un’altra generazione, e nonostante tutti gli choc che gli abbiamo fatto passare, hanno capito, hanno smesso di giudicare e hanno semplicemente aperto il cuore alle nostre diversità. Ebbene lei, caro ministro, ha una grande responsabilità nei confronti di nostro figlio che sta per entrare nella sua età più critica, l’adolescenza. Lei deve fare in modo che Michele sia circondato da persone amorevoli e istruite, perché siamo nel 2019 e non è ammissibile che qualcuno osi prenderlo in giro perché suo papà è diverso dagli altri: il papà di Michele è diverso da tutti i papà, e tutti i papà sono diversi tra loro. È meravigliosa la natura umana, non trova? Noi pensiamo che il nostro paese sarà molto fortunato ad avere tra i suoi uomini migliori un ragazzino strepitoso, appassionato, vivace e geniale come Michele. E allora, caro ministro, vogliamo aiutarla a comprendere che il suo compito è quello di aiutare le famiglie facendo lunghe chiacchierate con il ministro del Lavoro, perché il lavoro precario crea grandi frustrazioni, che rendono i bambini infelici. Poi deve parlare anche con il ministro dell’economia, perché le tasse alte preoccupano i papà che vogliono mettere via i soldi per far studiare i ragazzi, e i papà preoccupati non piacciono ai bambini. Ma non si dimentichi di fare una bella chiacchierata con il ministro dell’istruzione: dobbiamo trovare il modo di rendere maestre, maestri, professoresse e professori felici e soddisfatti del loro lavoro, perché se non lo sono, allora i bambini diventano tristi. E poi
”
Il nostro è un bambino normale, noi genitori siamo separati e il padre è gay
” Noi vogliamo che la sua adolescenza non sia un triste Medioevo
vediamo se si può trovare la soluzione per aiutare le mamme a conciliare lavoro, bambini e nonni spesso infermi, quello sì che è un grosso problema che rende le mamme nervose, e con mamme nervose non ci vogliono stare i bambini. Ecco vede, caro ministro, questi sono i problemi di tutte le famiglie, di ogni colore. Quando abbiamo saputo che parteciperà all’incontro delle famiglie tradizionali a Verona, alla quale parteciperanno anche associazioni che hanno fatto dell’omofobia la loro bandiera, ci siamo sentiti squalificati dal nostro paese. Andandoci, lei si mette dalla parte di quelli che ci additano come anormali, disagiati, problematici. Il problema di Michele non è suo padre, ma l’ignoranza, la paura, l’arroganza di quelli che credono che stare dalla parte giusta significhi dire che «noi» siamo diversi da «voi». Le diamo un consiglio: lasci perdere le famiglie tradizionali, pensi solo alle famiglie. Siamo in tanti, e tutti diversi. Ed è una fortuna, no?