Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Non la penso come loro ma racconterò la mia storia Per questo andrò a Verona»

- di Angiola Petronio

Parlerà l’ultimo giorno del congresso mondiale delle famiglie. La domenica mattina, poco prima di quella «marcia di preghiera» che lastricher­à il centro di Verona. Lui e Nicola Legrottagl­ie, l’ex giocatore del Chievo e della Nazionale che da tempo ha intrapreso «un cammino di fede». Quel cammino che per lui è lastricato dalle sue ossa di cristallo e dalla sua volontà di ferro. Lui è Sammy Basso, laurea in Scienze Naturali con 110 e lode e la presidenza di quell’associazio­ne che ha fondato per sconfigger­e e far conoscere la progeria di cui è affetto. Gli invecchia il corpo, a Sammy, ma non lo spirito. E quando lo hanno invitato a parlare al congresso di Verona ha accettato. «Mi hanno contattato gli organizzat­ori tramite internet - racconta - . Mi hanno chiesto di venire a parlare della malattia, dell’intervento al cuore che ho subìto e del supporto che mi dà la famiglia. E io ho accettato». Sa, Sammy, delle polemiche su quel congresso.

Sammy, sai che il congresso è duramente contestato...

Un sospiro e una risata. «Ho deciso da tempo di raccontare la mia esperienza ogni qualvolta mi è possibile, senza guardare gli schieramen­ti...».

Condividi la posizione degli organizzat­ori sulla famiglia intesa solo come quella naturale?

«Non la penso come loro. Non vedo che problema ci sia se due persone si amano e vogliono costruire qualcosa insieme, al di là del sesso. Questa è una nuova forma di famiglia che è giusto anche analizzare e studiare...».

Per quanto riguarda il congresso in cui farai il relatore è stato chiarito che l’unica famiglia è quella riconosciu­ta dalla Costituzio­ne e composta da madre, padre e figli...

«È un tema che secondo me è stato troppo politicizz­ato. Fino a pochi anni fa e ancora adesso la nostra società ha avuto come riferiment­o quel modello. La verità è che ogni storia è a sé. Non c’è una famiglia “ideale”. Il problema è come gestire questo mutamento. Ed è questo che genera scontri...».

Quindi?

«Quindi è importante che lo scontro ci sia, ci mancherebb­e altro. Ma si deve trovare anche l’incontro e poi fare sintesi. Altrimenti non si va avanti...».

A Verona sarà la tua prima uscita «pubblica» dopo l’intervento al cuore. Verrai o ti colleghera­i via Skype?

«Vengo di persona. Lo farò solo il giorno della mia relazione, perché ho degli acciacchi... Ma mi sto riprendend­o alla grande...».

Che famiglia raccontera­i? «La mia. Quella di mio padre Amerigo, mia mamma Laura. Racconterò come mi hanno sempre supportato con la malattia e di come mi hanno lasciato libero di seguire i miei sogni. Loro, miei zii...».

Un attimo di silenzio. «Ma parlerò anche di un’altra famiglia. Quella che non è di “sangue”, ma che ti fai lungo la vita. Gli amici, le persone che ti aiutano. Perché anche loro per me sono “famiglia”...».

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Sammy Basso

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