Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Turismo e infrastrutture per rianimare la Bassa»
Il presente e, soprattutto, il futuro della Bassa Padovana. Sia dal punto di vista sociale che, evidentemente, da quello economico. È stato questo il tema al centro di un convegno tenutosi al Castello di San Zeno di Montagnana, organizzato dalla Regione e dalla Camera di Commercio in collaborazione con la Cgia di Mestre. Tra i tanti, al tavolo dei relatori e in platea, c’erano il presidente dell’istituto camerale Antonio Santocono, quello di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas, i numeri uno di Ascom e Confesercenti, Patrizio Bertin e Nicola Rossi, il prefetto Renato Franceschelli, il questore Paolo Fassari e la padrona di casa Loredana Borghesan, sindaco di Montagnana e consigliera provinciale delegata all’urbanistica.
Ma i due a entrare più nel vivo delle questioni, se non altro visti i rispettivi ruoli, sono stati l’assessore regionale per lo Sviluppo Economico, Roberto Marcato, e il presidente della Provincia, Fabio Bui. «Le potenzialità della Bassa Padovana, penso ad esempio al distretto del mobile e al comparto dell’agroalimentare, sono enormi. Ma – ha detto quest’ultimo – per fare il tanto atteso salto di qualità, è imprescindibile il prolungamento della Strada Regionale 10 da Carceri al casello autostradale della Valdastico Sud, passando per Borgo Veneto e la stessa Montagnana. Per l’economia di questo territorio, che produce un reddito di circa quattro miliardi e mezzo di euro e conta più di 42 mila addetti nelle aziende della zona, il miglioramento delle infrastrutture è fondamentale».
Un appello, quello di Bui, raccolto così da Marcato: «È vero – ha ammesso l’assessore regionale – le infrastrutture sono importanti ma, da sole, non fanno impresa. Qui, invece, si tratta di attirare sviluppo e investimenti con azioni mirate a valorizzare un’area in cui le eccellenze non mancano, ma nella quale, nell’ultimo decennio, sono sparite più di tremila aziende. Bisogna puntare anche sul turismo, sulla cultura e sul paesaggio e, nello stesso tempo, ridurre al minimo le frammentazioni amministrative che, per questo come per altri territori, rappresentano un’autentica zavorra. Noi tutti – ha concluso Marcato – non vogliamo avere la responsabilità dello spopolamento della Bassa Padovana». Terra in cui, per dirne una, il tasso di mortalità è quasi il doppio di quello di natalità. (d.d’a.)