Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Comunali, io diffido del «nuovo che avanza» E scelgo la Businaro
In prossimità delle elezioni comunali di Rovigo si sente parlare di candidature od autocandidature, quasi tutte di «ex». Persone stimabilissime ed anche mie amiche, a cominciare dall’ex sindaco Bruno Piva, che durante la prima repubblica è stato segretario di sezione del Partito Liberale, quando io ne ero segretario provinciale, e da Paolo Avezzù, per sostenere una cui candidatura a sindaco, a casa mia fu siglato un patto con il carissimo Roberto Magaraggia ed Ezio Conchi, valido avvocato. Ho però l’impressione che vi sia una sorta di rifiuto nei confronti dei «soliti noti» e che attraggano le candidature di coloro che non si conoscono. Ad esempio, alle ultime amministrative di Adria alcune persone che si definivano di destra mi hanno detto che avrebbero votato per Omar Barbierato (poi eletto), che certamente non ha mai avuto tale collocazione ed alla mia richiesta di motivazione, mi sono sentito rispondere che era l’unico dei candidati che non conoscevano e speravano nel «nuovo che avanza». C’è l’evidente rischio che si vada, anche a Rovigo, verso una gestione della cosa pubblica da «Corrida – dilettanti allo sbaraglio». Forse è una fase politica da «selva oscura», ma non dobbiamo perdere la speranza di tornar «a rivedere le stelle». Se dipendesse da me, prescindendo dalle etichette partitiche, essendo un liberale politicamente daltonico, sceglierei come sindaco la giovane Giorgia Businaro, nome nuovo ma non troppo, in quanto consigliere comunale uscente, che credo potrebbe contribuire ad una Rovigo diversa. Avendo poi studiato all’università di Padova, Geografia dei processi territoriali, potrebbe avere la competenza per trovare una soluzione ai problemi della viabilità rodigina. Giorgia Businaro è tra l’altro autrice di un bel libro dal titolo: «Rovigo città segreta» ed un po’ di impegno culturale per Rovigo può essere utile.