Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Famiglie a Verona, la Lega fa quadrato la Chiesa si smarca
Parolin: sì alla sostanza, no alle modalità
Ieri, a parlare, nel mare magnum delle polemiche, ormai quotidiane, è stata la Chiesa. Il tema è sempre quello, incandescente, del Congresso mondiale della famiglia tradizionale in programma a Verona dal 29 al 31 marzo. Il segretario di Stato Vaticano, cardinale Parolin ha detto: «Condividiamo la sostanza».
C’è chi prende le distanze, chi sceglie di «attendere» per vedere cosa ne verrà fuori, chi, semplicemente, non ci andrà. È il giorno in cui parla la Chiesa: dai vertici del Palazzo Apostolico, con il segretario di Stato Vaticano, il cardinale vicentino Pietro Parolin fino, alle associazioni cattoliche locali. L’oggetto è sempre quello: il World Family Congress, il convegno che si terrà a Verona fa una settimana e che vedrà la partecipazione di diversi esponenti del governo, tra cui il vicepremier Matteo Salvini e il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana. Mentre continua a infuriare la polemica politica su contenuti e relatori (con accuse che vanno dall’omofobia al sessismo), la Lega fa quadrato e allunga la lista dei sui «uditori» eccellenti: arriveranno alla Gran Guardia anche il ministro dell’istruzione Marco Bussetti e il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.nel mondo cattolico, però, emergono delle insofferenze.
Il cardinale Parolin, a domanda diretta, nel corso della cerimonia per i 150 anni dall’inaugurazione dell’ospedale Bambin Gesù, risponde: «Il convegno di Verona? Siamo d’accordo con la sostanza, ma non sulle modalità». Parole che si spiegano con un certo malessere del mondo cattoliuna co percepibile anche a livello diocesano. La Chiesa locale non è stata coinvolta neppure marginalmente nell’organizzazione dell’evento e si è ritrovata «in casa» un convegno spinoso (quanto meno per le reazioni che sta suscitando) e con forti connotazioni politiche. Il vescovo Giuseppe Zenti dal canto suo si affretta a sottolineare che si tratta di un «evento laicale» e che la diocesi non c’entra niente. Ma conferma la partecipazione per un intervento: essendo presenti alti prelati (tra cui il patriarca dei siro-cattolici Ignazio Giuseppe III) è anche
” Zenti
Il congresso è un «evento laicale». La diocesi non c’entra. Valuterò in base agli interventi
questione d’etichetta. «Quello che auspico — afferma monsignor Zenti — è che non sia un evento “contro” nessuno. Lo dirò anche nel mio saluto. Ma la polemica sull’evento è insensata: impedisce un confronto pacato. È sbagliato non permettere agli altri di esprimere la propria opinione. Non so cosa verrà detto al congresso: aspetto gli interventi e poi valuterò».
Parole a cui si aggiunge un comunicato ufficiale della diocesi , a firma del portavoce, don Stefano Origano: «La Chiesa veronese — vi si legge — è impegnata nel promuovere iniziative inclusive e di sostegno per tutte le situazioni di difficoltà familiare. Nello stesso tempo si astiene dal prendere parte al conflitto politico su di un tema che, ritiene, non meriti il linguaggio violento e ideologico di questi giorni».i grandi assenti al Wfc saranno però proprio le associazioni cattoliche, quelle più grandi e «istituzionalizzate». Tra le altre, mancheranno le Acli e l’azione Cattolica. «Un tema così importante come la famiglia — è il commento di Italo Sandrini presidente delle Acli veronesi — non dovrebbe essere soggetto a strumentazioni politiche». E giusto per rimarcare quanto detto dal cardinale Parolin: «Non abbiamo giudizi in merito ai contenuti ma sul metodo: non sembra sia orientato al dialogo». «Per noi — aggiunge Claudio Bolcato, presidente dell’azione cattolica scaligera — la famiglia è un soggetto centrale. Vederla maltrattata e tirata in ballo come accade in questi giorni ci fa male: si rischia l’ennesima frattura nel mondo cattolico». La questione ha fatto anche litigare, via tweet, big della politica nazionale come Giorgia Meloni (Fratelli d’italia) e Carlo Calenda (Pd): la prima, denunciando «fake news» sull’evento veronese ha affermato di essere contraria ai matrimoni misti (specificando solo in seguito che intendeva i matrimoni tra specie diverse); il secondo l’ha accusata di essere la «versione burina del Ku Klux Klan».