Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tragico rally in Algeria: muore il papà del ministro Stefani
Incidente con il quad in Algeria durante una gara, aveva 72 anni La tragedia della vicentina Stefani, responsabile dell’autonomia
La notizia è arrivata nel primo pomeriggio: Giovanni, padre del ministro alle Autonomie, Erika Stefani, è morto ieri in Algeria in un incidente con il quad mentre gareggiava nella Tuareg Rally.
«Urlavo, lo chiamavo... Ho cercato in tutti i modi di rianimarlo ma non c’era già più nulla da fare...». Il vicentino Giampietro Dal Ben è uno dei piloti che in questi giorni sta partecipando alla Tuareg Rallye, una gara massacrante: 2.400 chilometri nel deserto algerino, dalla città di Taghit attraverso le montagne di Jebel Meznerent e le dune di Erg Raoui. È lì che ieri mattina ha perso la vita Giovanni «Gianni» Stefani, 72 anni, macellaio di Trissino (Vicenza) che ha trasmesso la grande passione per i motori alla figlia Erika la quale, da militante della Lega, è arrivata a essere prima senatrice e oggi ministro alle Autonomie.
Partito per l’algeria a metà della scorsa settimana, Stefani era scattato domenica mattina con gli altri equipaggi dalla città che sorge intorno all’oasi di Taghit. Correva come amatore, in sella a un quad, una moto a quattro ruote. Ed è morto tra le braccia dell’amico assieme al quale stava affrontando l’ennesima avventura.
«Questa mattina (ieri, ndr) ho visto Gianni alla partenza: era felicissimo, aveva il sorriso stampato sul volto», racconta Massimo Conforto, uno dei volontari vicentini del team Energia&sorrisi, di cui Dal Ben è anima e promotore. Parla da Béni Abbès, la «Perla della Saoura», una cittadina dell’algeria Occidentale. L’incidente è avvenuto a circa 40 chilometri da lì. «Gianni era in sella al suo quad, da solo. È partito lungo un percorso sterrato e sembrava che andasse tutto bene: un altro pilota, Adriano Zoso, l’ha incrociato mentre faceva rifornimento di benzina, si erano parlati. Dietro, a seguirlo, c’era anche Dal Ben con la sua moto». Il team vicentino è composto da volontari animati dalla passione per i rally e, allo stesso tempo, dalla voglia di far del bene ai più piccoli. Energia&sorrisi, infatti, da molti anni si dedica a raccogliere abiti e materiale didattico che poi - accodandosi a eventi sportivi internazionali in Africa - vengono donati a scuole, ospedali e orfanatrofi. È stato proprio Dal Ben il primo a soccorrere l’amico: «Gianni era un paio di minuti avanti a me racconta - e ha dato gas per salire una duna alta all’incirca duecento metri. Saranno state le 11.30 del mattino e a quell’ora il sole è a picco sul deserto. La luce riflette in modo da rendere difficile distinguere i movimenti della sabbia. Per questo ha raggiunto la cresta della duna a forte velocità e il quad è “volato” sull’altro versante». Stefani è rimasto «aggrappato» al mezzo che si è ribaltato finendo per schiacciarlo. «Quando sono arrivato, il quad era una decina di metri più sotto. Ho provato in tutti i modi a rianimare Gianni. Con l’aiuto di un altro pilota, abbiamo costruito un cuscino di sabbia e l’abbiamo disteso su un fianco. Gli praticavo il massaggio cardiaco ma non dava alcun segno. Probabilmente è morto sul colpo». Dal Ben è sconvolto: «Gianni era come un fratello. Il prossimo anno progettavamo di fare assieme la Monaco-dakar...».
La salma è stata trasferita nelle celle mortuarie, a disposizione delle autorità locali che ora stanno indagando su quanto accaduto. A seguire l’avventura del pilota in Algeria, c’era anche la moglie Enrica. «È sotto choc», raccontano i membri del team. Oggi tornerà in Italia per ricongiungersi ai suoi cari.
L’amico che l’ha soccorso
Giampietro Dal Ben: «Ho provato in tutti i modi a rianimare Gianni, ma forse era già morto sul colpo. Era un amico, sono sconvolto»