Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il decreto in consiglio dei ministri, non c’è il Mose
Mistero fitto sul decreto «Sblocca cantieri», nato come provvedimento di rilancio economico e finito per diventare l’ennesima mina sulla strada già piuttosto accidentata del governo Legamovimento Cinque Stelle. Il testo è atteso per l’approvazione oggi in Consiglio dei ministri e nella bozza circolata ieri non compariva il finanziamento del completamento e della messa in esercizio del Mose, con l’istituzione della Struttura per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, argomento che invece si ritrovava nella relazione illustrativa del decreto. Tramontata la Tav Bresciapadova, il Mose (peraltro in via di ultimazione) era l’unica opera veneta che pareva potesse essere puntualmente indicata nel decreto, che contiene cinque articoli lunghi 23 pagine con varie modifiche di ordine generale al Codice dei contratti pubblici. «Faremo una norma specifica che dà poteri specifici a dei singoli commissari per singoli cantieri», ha spiegato ieri il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Al commissario «spetta l’assunzione di ogni determinazione ritenuta necessaria per l’avvio ovvero la prosecuzione dei lavori, anche sospesi» (un commissario ad hoc, ad esempio, è previsto poi per le strade della Regione Sicilia). Pare invece sia saltata sia la sanatoria sulle miniirregolarità, sia l’eliminazione della soglia del 30% per il subappalto. La norma sul cosiddetto «condono» prevista nella precedente bozza all’articolo 37 bis non è infatti presente nell’ultima versione. Quanto ai subappalti, verrebbe eliminato solo l’obbligo di indicazione della terna dei subappaltatori. Tra le «Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici e misure per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali», oltre alle novità di cui si è detto, vi sono norme sulle procedure di affidamento in caso di crisi di impresa, semplificazione della disciplina degli interventi strutturali in zone sismiche, Agenzia nazionale per la sicurezza delle dighe.
Il condono
Salta nell’ultima bozza la sanatoria sulle miniirregolarità all’origine della lite tra Lega e M5s