Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Capannone con tonnellate di rifiuti made in Camorra
Asigliano, indaga la Guardia di finanza. Coinvolte anche una banca e un’immobiliare
Capannoni industriali in disuso preda della criminalità organizzata per stoccare grandi quantità di rifiuti del Sud Italia. Da bruciare poi, per far sparire ogni traccia come già accaduto. Questo è il sospetto della Guardia di finanza di Vicenza che ad Asigliano Veneto, Basso Vicentino, ha sequestrato un’area industriale colma di rifiuti: 900 tonnellate infestate di insetti e dall’odore nauseabondo. Uno stabile da tremila metri quadrati, di proprietà di una banca e in gestione a una società immobiliare milanese che doveva venderlo, che le lunghe mani della camorra avrebbero trasformato in una discarica abusiva, in un polo occulto di stoccaggio rifiuti. Ammassandovi, nell’arco di un mese circa, con un via vai continuo di camion a ore insolite, 600 balle di rifiuti, rilegate da filo di ferro. Composte di materiale plastico, tessile, scarti di rifiuti industriali ma anche rifiuti solidi urbani. Il capannone traboccava. E c’era tanto di «etichetta made in Campania»: sì perché tra i rifiuti i militari di Noventa Vicentina hanno trovato scontrini e documenti che attestavano la provenienza dell’immondizia da Napoli e Caserta. Ad effettuare i rilievi anche il personale tecnico specializzato di Arpav, dipartimento di Vicenza. Scattati i sigilli, la procura sta indagando, per ora a carico di ignoti, per un serie di reati legati alla gestione di rifiuti non autorizzata. Rifiuti che stanno sparendo dal capannone: il sindaco con un’ordinanza di ottobre ha imposto alla proprietà, la banca, e all’immobiliare, la rimozione e lo smaltimento dell’immondizia, con ripristino e bonifica dello stato dei luoghi. Banca che dovrà provvedere a pagare l’ecotassa evasa, il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti, oltre alle sanzioni previste per un importo che va da tre a sei volte la tassa dovuta. E quello di Asigliano è solo l’ultimo dei sequestri: casi simili si sono registrati a Fossalta di Piave e Fiesso Umbertiano. «La mafia è radicata in Veneto, investiamo sui giovani» il commento della consigliera regionale Patrizia Bertelle (Italia in Comune). «La Regione effetti un monitoraggio dei capannoni vuoti» sollecita Andrea Zanoni (Pd). «Coinvolgeremo le commissioni parlamentari Antimafia ed Ecomafie» fa sapere il deputato vicentino della Lega, Erik Pretto.