Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sant’antonio, la rivolta dei medici
«Battaglia dura contro chiusura e mobilità». Ma per ora si spostano solo due reparti
Esplode la protesta dei medici del Sant’antonio. Escluso dalle schede ospedaliere 2019-23, sarà subito ceduto dall’usl Euganea all’azienda ospedaliera. Ipotesi che ha spinto Anaao e Cimo, sigle degli ospedalieri, a organizzare ieri un’infuocata assemblea per decidere «il piano di guerra» atto a scongiurare «chiusura e mobilità del personale». Dalla Regione arrivano rassicurazioni: per ora saranno spostati solo 2 reparti a Piove di Sacco.
Esplode la protesta dei medici del Sant’antonio. Escluso dalle schede ospedaliere che disegnano la programmazione regionale dal 2019 al 2023, il polo è destinato a essere inglobato nel complesso di via Giustiniani quando nascerà la cittadella sanitaria di Padova est. Ma nel frattempo, dopo l’approvazione delle schede in commissione regionale Sanità (questione di un mese) e il via libera definitivo alle stesse da parte della giunta Zaia (che le ha appena licenziate), «l’ospedale dei cittadini» sarà ceduto dall’usl Euganea in comodato d’uso gratuito all’azienda ospedaliera. Pronta a trasferirvi il centro di Neuroscienze. Progetto che ha spinto Anaao e Cimo (ospedalieri) a organizzare ieri un’infuocata assemblea per decidere «il piano di guerra» atto a scongiurare «chiusura e mobilità del personale». Le prime due azioni sul tavolo sono l’alleanza con i sindacati del comparto per lanciare la mobilitazione generale e la raccolta firme tra operatori e pazienti da consegnare in Regione.
«Rischiamo di lavorare in un ospedale fantasma ed è doveroso che chi amministra ci ascolti — hanno scandito Benito Ferraro della Cimo e Mirko Schipilliti dell’anaao —. Smantellare il Sant’antonio significa creare un grave danno ai pazienti». «Ma perchè la Regione prima costruisce un gioiellino capace di garantire percorsi clinici completi e poi lo distrugge? — ha chiesto la dottoressa Franca De Lazzari, primario di Gastroenterologia e promotrice della petizione — L’azienda ospedaliera ha un’altra vocazione: fa assistenza legata a ricerca e didattica, noi diamo risposte al territorio». «La verità è che l’ospedale dei cittadini è tornato negli appetiti dell’università — la lettura di Adriano Benazzato, segretario dell’anaao — già vent’anni fa voleva metterci le mani e trasformarlo nel poliambulatorio della Scuola di Medicina. Ora torna alla carica e il personale vive nell’incertezza». E se Giovanni Leoni, segretario della Cimo, invita alla lotta «perché ci considerano solo pedine», il consigliere regionale Claudio Sinigaglia (Pd) rivela: «L’ultima chance per cambiare le schede è il passaggio in commissione, dove saranno uditi anche i sindacati». Ma vediamo cosa succederà nel dettaglio. «Il Sant’antonio sarà dismesso solo quando nascerà l’ospedale di Padova est», ha ripetuto ieri il governatore Luca Zaia. La Regione opererà una cessione di ramo d’azienda per trasferirlo dall’usl Euganea all’azienda ospedaliera, alla quale passerà dunque anche il personale. Solo due reparti si sposteranno a Piove di Sacco: la Geriatria, che sarà unificata a quella già esistente, e l’urologia. Gli altri rimarranno dove sono e in più arriveranno dall’azienda ospedaliera la Neurologia e la Neurochirurgia. La Radiologia diventerà Neuroradiologia. Inizialmente l’azienda ospedaliera dovrà occuparsi anche di screening e assistenza territoriale, che gradualmente torneranno all’usl. La quale dovrà pagarli all’azienda, insieme ai ricoveri: il nuovo costo sarà compensato dal non dover più sostenere la spesa del personale. Nello stesso tempo aumenterà il fatturato dell’azienda ospedaliera.
Quando, entro il 2030, si concretizzerà il «polo a due gambe», al Giustinianeo si trasferiranno Medicina, Neurologia, Cardiologia, Pneumologia, Gastroenterologia, Nefrologia, Psichiatria, Chirurgia generale, Day Surgery, Week Surgery, Ortopedia, Otorinolaringoiatria e Oculistica. Nascerà un unico Pronto soccorso in grado di fondere i 31mila accessi del Sant’antonio ai 100mila dell’azienda. Il Sant’antonio, vuoto, sarà venduto e riconvertito in edilizia abitativa.